Tipi di capelli: quanti ne esistono e come trattarli
Il capello può essere classificato in 12 categorie diverse: eccone tutte le caratteristiche e come imparare a distinguere la tipologia dei propri capelli, prendendosene cura nel modo migliore.
Il capello può essere classificato in 12 categorie diverse: eccone tutte le caratteristiche e come imparare a distinguere la tipologia dei propri capelli, prendendosene cura nel modo migliore.
A categorizzare le capigliature in maniera così accurata è stato per la prima volta il famoso hairstylist statunitense Andre Walker che ha definito con estrema precisione ogni singola categoria, in un interessante articolo pubblicato sulla rivista Cosmopolitan US. Tale classificazione risulta estremamente utile poiché permette di prendersi cura dei propri capelli in maniera specifica, agevolando lo styling e ottenendo il meglio dalla propria chioma.
Valutando i propri capelli, questi con ogni probabilità, potranno facilmente essere associati a più di una categoria: nulla di preoccupante, se si pensa che proprio questo dettaglio rende sicuramente più semplice individuare l’haircare routine più corretta ed efficace, migliorando così la salute e la bellezza della propria chioma.
Identificare i tipi di capelli è piuttosto semplice per quanto però occorra valutare una serie di fattori imprescindibili quali la struttura, la densità e la porosità. La densità indica la quantità di capelli che costituisce la chioma mentre per quanto concerne la struttura, occorre fare riferimento allo spessore del singolo capello che può essere sottile, medio o grosso.
In ultimo, al fine di identificare il proprio tipo di capello, occorre prestare attenzione alla relativa porosità, indicatore che misura la quantità di umidità che i capelli sono in grado di assorbire: essa può infatti risultare variabile in funzione della condizione della cuticola che riveste la struttura esterna del capello, preservandolo dallo stress meccanico, chimico e ambientale.
In linea generale occorre tenere presente che tutti i capelli sono naturalmente porosi, per quanto una chioma che abbia subito danni da decolorazioni e trattamenti chimici e termici aggressivi, possa risultare più porosa rispetto al capello non trattato.
Tenendo dunque presente questi importanti indicatori, riconoscere il proprio tra tutti i tipi di capelli risulterà sicuramente più semplice, permettendo di personalizzare e ottimizzare la propria haircare routine.
Le principali tipologie di capello possono essere classificate secondo 4 macrocategorie:
L’hairstylist Andre Walker ha ulteriormente suddiviso ognuna di queste 4 macrocategorie in ulteriori 3 sottocategorie, al fine di definire il tipo di capello in maniera ancora più precisa e accurata.
I capelli lisci possono subire variazioni apparendo fini e lisci così come spessi e morbidi. Ad accomunare le tre sottocategorie che contraddistinguono questo tipo di capelli è senza alcun dubbio la lucentezza, da attribuire al olio naturale che si forma spontaneamente sullo scalpo e che, scivolando sulle lunghezze, permette ai capelli di apparire sani e idratati.
I capelli lisci di tipo 1a si distinguono per la texture setosa e sottile: appaiono talmente lisci al punto da rendere difficoltosa anche una semplice coda di cavallo realizzata mediante un elastico o uno scrunchies che tende inevitabilmente a scivolare via. Imprescindibile per questa tipologia di capelli lisci è l’utilizzo di un prodotto texturizzante in grado di donare volume, eliminando il sebo eccesso e permettendo una più facile gestione dello styling.
I capelli lisci di tipo 1b, per quanto anch’essi molto lisci, appaiono più spessi. La loro principale problematica è rappresentata dall’eccessiva quantità di olio che tende a formarsi sulla cute, generando in tal modo capelli grassi. Fondamentale per la cura dei capelli lisci 1b è lo shampoo secco, da vaporizzare sulle radici e da rimuovere con un colpo di spazzola dopo aver massaggiato accuratamente il cuoio capelluto.
I capelli lisci di tipo 1c, al contrario delle categorie precedenti, non appaiono mai perfettamente lisci, ma sono di fatto più spessi con la tendenza a seccarsi o ad apparire crespi. Viene da sé che una capigliatura con le suddette caratteristiche è più avvezza al danneggiamento e alla formazione di doppie punte, richiedendo l’utilizzo costante di maschere e impacchi nutrienti e ricostituenti da effettuare almeno una volta alla settimana.
I capelli mossi tendono spontaneamente ad assumere “pieghe” differenti dalle radici alle punte: questo significa che il mosso può variare facilmente dalle classiche e amatissime beach waves alle onde più definite e naturali.
I capelli mossi di tipo 2a si distinguono per la peculiare forma a S: per quanto tuttavia tendano ad apparire piatti, a dispetto dello spessore piuttosto consistente, permettono la stiratura e l’utilizzo della piastra per capelli senza troppe difficoltà. Al fine di enfatizzare ulteriormente il mosso, è consigliato l’utilizzo di uno spray al sale marino in grado di apportare il volume desiderato.
I capelli mossi di tipo 2b tendono ad apparire visibilmente più definiti: presentando uno spessore maggiore, tuttavia, sono soggetti al temuto effetto crespo e al contempo, più avvezza al danneggiamento. Fondamentale è in questo caso l’utilizzo di mousse per capelli mossi che, oltre a gestire più facilmente la capigliatura, permette di mantenere e ripristinarne i livelli di idratazione ottimali.
La forma di S, propria della capigliatura mossa, nei capelli mossi di tipo 2c si rivela ancora più accentuata, sovente determinando veri e propri ricci dati dalle singole ciocche che sono portate ad arrotolarsi su loro stesse.
Importante in questo caso è dare una maggiore definizione alla trama del capello e allo stesso mosso utilizzando una crema per capelli ricci, ideale per controllare lo styling in maniera efficace e mirata.
Tra capelli mossi e capelli ricci intercorre una notevole differenza: se la prima tipologia di capello è accomunata dalla forma a S, i ricci non sono altro che ciocche di capelli che tendono ad avvolgersi su loro stesse. Non è comunque così strano e inusuale presentare una capigliatura che riunisca insieme entrambe le tipologie elencate poc’anzi.
A differenza dei capelli mossi di tipo 2c, i capelli ricci di tipo 3a prevedono una dominanza di ciocche di capelli ricci, unendo comunque alcune ciocche di capelli mossi. I ricci in questo caso appaiono più fini, e l’intera capigliatura è decisamente suscettibile agli effetti dati da vento, secchezza e umidità. Risulta pertanto utile l’impiego costante di una mousse per capelli ricci da applicare prima di procedere al brushing o a capelli asciutti per conservare la forma originaria del riccio.
I capelli ricci di tipo 3b si distinguono per la presenza di ricci elastici, della circonferenza di circa un dito ma che tuttavia appaiono particolarmente soggetti al crespo e alla secchezza. È sempre suggerito l’utilizzo di un balsamo disciplinante, a preferenza anche senza risciacquo, in grado di controllare l’effetto crespo, restituendo idratazione e nutrimento alla fibra capillare.
I capelli ricci di tipo 3c, rispetto al tipo 3b, vedono un diametro del singolo riccio piuttosto ridotto, pari all’incirca a quello di una cannuccia. Estremamente fitti, i ricci conferiscono volume alla chioma ma, proprio in virtù delle innate caratteristiche che li contraddistinguono, occorre garantirne e preservarne la naturale elasticità, limitandone la secchezza mediante l’uso di oli ricchi di proteine o formulati con cheratina.
I capelli a spirale sono del tutto simili a spirali, apparendo per questo spessi e perfettamente definiti. Chiamati anche capelli ulotrichi, sono tipici nei soggetti di discendenza afro e, proprio in virtù della caratteristica forma a spirale chiusa, sono tra i più fragili e ostici da pettinare e da domare qualora non si utilizzino prodotti specifici.
I capelli a spirale di tipo 4a sono caratterizzati da un riccio dal diametro estremamente stretto: questo tuttavia non limita la perdita di definizione e la scarsa idratazione che li contraddistingue e che rende necessario l’utilizzo di un gel per capelli ricci che permette di restituire alla capigliatura la propria forma, idratando a fondo la fibra capillare.
I capelli a spirale o ulotrichi tipo 4b presentano una peculiare forma del tutto somigliante alla molla comunemente presente nelle penne a sfera, data dalla struttura a zig zag. Ancora una volta, per garantire disciplina e idratazione, è importante l’utilizzo di gel e creme disciplinanti concepite per capelli ricci.
I capelli a spirale o ulotrichi tipo 4c si distinguono in ultimo in virtù di un diametro ridotto e da un numero esiguo di strati cuticolari: questo comporta la necessità di assicurare alla chioma una maggiore idratazione, proprio perché sono le cuticole a trattenere l’umidità e a preservare i capelli da eventuali danni. In questo caso il prodotto per capelli ricci a spirale è una crema ad azione emolliente, preferibilmente formulata con olio di cocco.
SEO Copywriter e Social Media Strategist. Pragmatica, concreta e stakanovista per natura, mi piace definirmi come una "word designer" che gioca con le parole dando loro vita!
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