Al fianco di prodotti bio e cruelty free, si fa strada la circular beauty, un nuovo approccio che potrebbe contribuire in maniera significati a ridurre gli spechi del cibo apportando benefici significativi sia alla nostra pelle che all’ambiente.

Circular beauty: cosa significa?

Nel vocabolario di chi è appassionatə  di make-up e skin care, il termine circular beauty potrebbe essere già noto, ovvero la conversione di rifiuti alimentari in prodotti di bellezza sostenibili. Questo approccio innovativo all’insegna del riciclo vede come protagonisti frutta e verdura non esteticamente attraenti agli occhi del consumatore (ad esempio con ammaccature e deformazioni) e per questo non raggiungono gli scaffali del supermercato.

Le aziende del settore beauty hanno visto del potenziale in quelli che sarebbero dei meri prodotti di scarto, sfruttandone le proprietà organolettiche.

Questo è un problema di vasta portata con enormi costi finanziari, etici e ambientali. – spiega in un’intervista Antara Kundu, responsabile marketing (Asia-Sud) di The Body Shop – Trovare modi innovativi ed efficienti per utilizzare i rifiuti alimentari è una parte fondamentale del nostro impegno per la sostenibilità. Molte delle nostre gamme utilizzano ingredienti che altrimenti sarebbero stati rifiutati dall’industria alimentare o dai consumatori, rispettivamente a causa delle tendenze o delle abitudini del settore.

Un enorme driver dietro alla circular beauty è la crescente preoccupazione e interesse dei consumatori circa la sostenibilità e l’impatto ambientale dei loro acquisti in ambito cosmetico. Concentrandosi sul rinvigorimento dei sottoprodotti alimentari destinati alla spazzatura, la bellezza circolare offre una delle vie più verdi e sostenibili.

In un’intervista con Refinery29, Montague Ashley-Craig, fondatore della società MontaMonta ha dichiarato:

Penso che sia importante ricordare che lo spreco è un fenomeno relativamente nuovo che si è sviluppato solo negli ultimi 100-200 anni. Spero di innescare una conversazione su cosa sia il “rifiuto”, il suo valore intrinseco e il potenziale per un altro uso.

L’imprenditrice ha sottolineato l’importanza da parte dell’industria della bellezza di fare la propria parte spingendosi un passo in avanti rispetto alla mera scelta di ingredienti sostenibili. Infatti un aspetto importante della circular beauty è dato proprio dall’utilizzo di materiali alternativi alla plastica in modo da generare dei cicli di vita dei materiali stessi potenzialmente infiniti in ottica per l’appunto circolare.

Cosa può essere riciclato?

Nella circular beauty c’è un’ampia varietà di rifiuti alimentari che possono essere potenzialmente utilizzati per sviluppare cosmetici naturali e biologici: rifiuti di olio d’oliva, semi di mango scartati, banane deformi, baccelli di zenzero, estratti di agrumi (in particolare le bucce di arancia e limone), semi di cacao e scarti del tè.

Anche i chicchi di caffè possono essere riciclati per la creazione di maschere e scrub e questo Innisfee lo sa molto bene, come spiega Mini Sood Banerjee, responsabile marketing India dell’azienda:

Un’impennata nel consumo di caffè ha portato ad un aumento esponenziale dei fondi di caffè di scarto. Noi aggiungiamo un nuovo valore a questi rifiuti curando una gamma di caffè riciclato, offrendo benefici per la cura della pelle e riducendo i rifiuti estraendone il massimo utilizzo.

I semi di frutta secca scartati dalle aziende produttrici di marmellate e succhi poi, sono estremamente utili per la produzione di oli essenziali ottenuti tramite la spremitura a freddo. Anche gli scarti dell’uva prodotti dalle aziende vinicole si rivelato delle risorse preziose per realizzare la pigmentazione di alcuni prodotti, primo tra tutti la tinta per capelli.

Maximilian Munz, co-fondatore del marchio tedesco C!RCLY, sottolinea come la sfida principale della bellezza circolare risieda nell’utilizzo tempestivo delle materie prime. Infatti è essenziale che tutti questi scarti siano freschi e privi di germi, batteri o qualsiasi tipo di contaminazione per garantire così oltre all’efficacia dei prodotti di cosmesi anche la sicurezza sotto il profilo igienico e sanitario.

Circular beauty per un futuro ecosostenibile

Secondo Food Business News, ogni anno i consumatori, le imprese e le aziende agricole degli Stati Uniti spendono quasi 220 miliardi di dollari in cibo che non viene consumato. Dei 63 milioni di tonnellate di cibo sprecato ogni anno, il 16% si verifica nelle aziende agricole, il 2% nei produttori, il 40% nelle aziende rivolte e il 43% nelle case dei consumatori. I rifiuti alimentari rappresentano il 21% di tutta l’acqua dolce usata negli Stati Uniti e occupano il 21% del volume delle discariche.

Coast Packing, il più grande fornitore di grassi animali negli Stati Uniti occidentali, ha chiesto ai consumatori se gli atteggiamenti nei confronti dello spreco alimentare, della sostenibilità e dell’importanza del cibo minimamente lavorato sono cambiati negli ultimi cinque anni. Gli intervistati più giovani (millennial e generazione Z) e le donne si sono rivelati i più sensibili rispetto a queste tematiche.

Le statistiche di Food AWARE evidenziano come 18 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari finiscano nelle discariche del Regno Unito ogni anno. Si stima che questo valga ben 23 miliardi di sterline. Questo ha un impatto significativo sul cambiamento climatico, con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura che riferisce che i rifiuti alimentari globali contribuiscono all’8% delle emissioni totali di gas serra.

L’impatto è duplice: la decomposizione dei rifiuti alimentari in discarica rilascia metano (un gas serra 84 volte più potente dell’anidride carbonica) e le emissioni create nella produzione, imballaggio, stoccaggio, trasporto e vendita di cibo hanno un impatto negativo sul pianeta.

La circular beauty può intervenire con uno sforzo concreto per mantenere in uso le risorse con un approccio circolare e rigenerativo, anche quando si parla di confezionamento dei prodotti: il packaging viene realizzato con imballaggi e confezioni green bandendo del tutto la plastica. Vishal Bhandari, fondatore di Soultree, dice:

Siamo costantemente concentrati sulla sostenibilità nella nostra catena di approvvigionamento. Finora siamo riusciti a eliminare qualsiasi materiale di imballaggio in plastica quando spediamo i nostri ordini online, e siamo passati a soluzioni ecologiche come scatole di cartone, involucri di carta e nastri di carta.

Anche altri marchi locali come Neemli Naturals confezionano i loro prodotti senza tossine in bottiglie di vetro riutilizzabili e riciclabili.

Circular beauty: brand e prodotti

Attualmente l’offerta di cosmetici della circular beauty è rappresentata principalmente da scrub, creme, oli e saponi, ma alcune aziende stanno studiando anche come sviluppare profumi e altre tipologie di cosmetici per allargare il più possibile l’offerta. Ecco alcuni brand e prodotti-baluardo della bellezza circolare:

MontaMonta

L’azienda inglese basa la propria formulazione dei prodotti su ingredienti di origine botanica e l’uso di materie prime di provenienza locale e scarti. Tra i prodotti di punta di MontaMonta ci sono lo Scrub corpo alla salvia e al caffè e il detergente per mani e corpo al basilico con semi di prezzemolo e pepe nero.

MontaMonta circular beauty

The Body Shop

Storicamente associata ad un approccio cruelty free ancor prima che il fenomeno prendesse piede, The Body Shop nel 2019 ha lanciato una serie di prodotti derivati da ingredienti riciclati. Il Carrot Face Wash e il Carrot Cream Nature Reach Daily Moisturiser ad esempio, utilizzano carote wonky che altrimenti sarebbero state smaltite, mentre il Banana Bath Blend è costituito da banane di seconda scelta.

The Body Shop Carrot Cream Nature Rich Daily Moisturiser

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  • Imballaggio riciclabile al 100%
Contro
  • Alcuni utenti lo descrivono come molto oleoso

UpCircle

UpCircle ha probabilmente aperto la strada alla bellezza circolare già nel 2016, quando ha iniziato a raccogliere i fondi di caffè di scarto da molti bar di Londra trasformandoli in scrub e saponi. Da quel momento hanno realizzato tutta una serie di altri prodotti utilizzando gli scarti dell’industria alimentare e delle bevande, come lo sciroppo di tè chai e i noccioli di frutta, utilizzando contenitori totalmente riciclabili. Tra i prodotti di punta troviamo il pluripremiato siero viso organico con olio di caffè.

UpCircle circular beauty

Beauty Kitchen

La missione di Beauty Kitchen è quella di creare i prodotti di bellezza più efficaci, naturali e sostenibili al mondo. Pionieri dell’innovativo programma RETURN – REFILL – REPEAT, Beauty Kitchen permette ai suoi clienti di rispedire gli imballaggi in modo da lavarli e riutilizziamo nel lotto successivo. Tra i prodotti di punta c’è il loro Organic vegan hand and body cream, vincitore nel 2020 del Pure Beauty Awards.

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Byre Bodycare

L’industria casearia spreca ogni anno 870.000 tonnellate di siero di latte, un sottoprodotto della produzione di latte e formaggio, e Byre Bodycare ha raccolto la sfida per farne un uso migliore. Essendo il siero di latte un ingrediente altamente efficace e nutriente, lo hanno usato per creare una gamma di detergenti per il corpo arricchita con aloe vera, olio di semi di papavero sostenibile, vitamine ed estratti naturali. Byre Bodycare dona poi una percentuale dei profitti agli agricoltori in difficoltà.

Byre

FRUU

La gamma di balsami labbra e corpo di FRUU è tutta realizzata in piccoli lotti nel loro laboratorio britannico, in gran parte da scarti della frutta lavorata, ad esempio, usano olio di avocado dai frutti troppo maturi che non possono essere venduti nei supermercati. Nel tentativo di essere il più circolare possibile, il brand mira a includere in ogni formula tra il 30% e il 60% di ingredienti derivati da sottoprodotti, fornendo in questo modo anche un reddito extra vitale per i piccoli coltivatori.

 

Che la circular beauty sia già l’unica bellezza possibile per il futuro? Di sicuro l’interesse crescente dei consumatori nei confronti della sostenibilità fa ben sperare in un’industria beauty sempre più green e impegnata nella lotta agli sprechi.

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