L’onicofagia è un vero e proprio disturbo compulsivo: l’onicofago (ossia chi ne è affetto) mangia le proprie unghie e talvolta anche cuticole e pellicine circostanti e il tutto senza nemmeno rendersene conto. Le unghie mangiate non sono solo una questione antiestetica, anzi: il problema è rilevante in primo luogo per la salute della persona, perché è un’abitudine nociva sotto diversi punti di vista. Causa esposizione a infezioni e carie, problemi allo stomaco, deformazioni delle dita.

L’onicofagia, così come la cleptomania, la piromania e la tricotillomania, è un disturbo del controllo degli impulsi: l’individuo è incapace di resistere alla tentazione. Prima di attuare l’impulso, di solito si avverte un sentimento di progressiva tensione, agitazione ed eccitazione crescenti. Una volta soddisfatto l’impulso, invece, si prova sollievo, misto però anche a senso di colpa.

Unghie mangiate: le cause

I fattori scatenanti sono principalmente:

  • situazioni di stress, ansia, nervosismo e preoccupazione. Solitamente, l’onicofagia di chi sfoga la carica emotiva dei momenti difficili mangiando le unghie, ha origine nell’infanzia: episodi di incomprensioni, eccessive aspettative, timore di perdere l’attenzione dei genitori;
  • autolesionismo, perché è un modo che questi soggetti hanno di sfogare la rabbia. Senza rivolgerla all’esterno però, bensì su se stessi. Appartiene soprattutto a persone timide e remissive;
  • noia, dunque uno stimolo incontrollabile che nasce nei momenti di immobilità delle mani: mentre si guarda la tv, in treno, mentre si è al telefono…

Unghie mangiate: come farle crescere?

La pazienza e la forza di volontà sono d’obbligo, quando si tratta di far crescere le unghie, soprattutto in seguito a comportamenti o abitudini dannose che le hanno indebolite, sfaldate, rovinate.

I segreti per le unghie mangiate, per farle crescere sane e forti, passano attraverso diversi step. Ha un ruolo fondamentale l’idratazione: come la pelle, anche le unghie ne hanno bisogno. Gli alleati principali sono gli olii: mandorle, cocco, anche semplice olio d’oliva, da applicare la sera sulle unghie per rinforzarle. Un rimedio homemade per ammorbidire e rimuovere le pellicine, invece, è immergere le unghie in una bacinella di acqua calda, olio d’oliva e qualche goccia di limone, che ha un’azione anche sbiancante e indurente.

Una buona abitudine è usare i guanti quando si fanno le faccende domestiche, perché si usano spesso saponi o detergenti particolarmente aggressivi, che indeboliscono le unghie. E non va dimenticato il ruolo che la l’alimentazione! Unghie sane e forti, così come capelli lunghi e lucenti, vanno di pari passo con una dieta ricca di vitamina H (contenuta in cereali integrali, banane, avocado), acido folico (presente in agrumi, insalata, asparagi), vitamina A (tipica di zucca, carote e verdure a foglia verde) e vitamina C (abbondante nelle fragole).

Unghie mangiate: ricostruzione

unghie mangiate
Fonte: iStock

Nei casi di onicofagia la ricostruzione unghie può essere una valida soluzione. Meglio affidarsi a centro specializzati, dove il personale è qualificato e preparato a questo tipo di trattamento, così da ricevere i giusti consigli. Può non essere il trattamento che fa al caso vostro, se avete unghie davvero molto rovinate, perché si potrebbe solo peggiorare la situazione.

Sia per la ricostruzione in gel che con tip, è importante avere un minimo di base ungueale sana sulla quale lavorare per l’allungamento e la correzione.

I primi tempi è meglio evitare allungamenti eccessivi (oltre il polpastrello), proprio perché la poca abitudine può portare a romperle più facilmente. Può bastare anche soltanto un urto. I colori da prediligere sono quelli unici, sia nude che più accesi, perché conferiscono una maggiore naturalezza e slanciano l’unghia. Non è comunque del tutto impossibile eseguire anche nail art più complesse.

Unghie mangiate: consigli per la prevenzione

In commercio esistono smalti che aiutano a prevenire il rosicchiamento delle unghie favorendone contemporaneamente anche il rinforzo. Hanno un sapore amaro che aiuta a rompere l’abitudine di portare le unghie alla bocca e mangiarle; vanno applicati quotidianamente e con costanza.

Nei casi più gravi c’è bisogno di una cura farmacologica: antidepressivi (utili anche contro tricotillomania e altri disturbi ossessivo-compulsivi) o vitamina B inositolo (che riduce l’impulso di mordere le unghie agendo sulla produzione di serotonina, ormone che controlla umore e aggressività).

Abbinare anche una terapia comportamentale è la strada migliore, perché permette di identificare e tenere sotto controllo lo stimolo che è alla base dell’impulso di mangiarsi le unghie.

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