Sentire parlare di qualcosa, avere presente il significato di un’espressione non vuol dire per forza comprenderla davvero. Oggi si sente molto nominare il body shaming, espressione diffusa negli hashtag di celebrità e persone comuni sui social network. Diversi influencer e celebrità sul web cercano di trasmettere il messaggio dell’importanza di amare tutti i tipi di corpo e di smettere di giudicare le persone per il loro aspetto fisico e il peso sulla bilancia.

Troppo spesso questo messaggio fatica a passare, soprattutto in una società come la nostra dove da tempo il grasso corporeo non piace, viene ostracizzato e nascosto. E c’è la convinzione, sbagliata, di poter dire quello che si vuole e che si pensa riguardo alle altre persone, giudicando il loro aspetto. Secondo i dati dell’Associazione Nutrimente Onlus Milano una donna su due è presa di mira sui social per la propria forma fisica. Facciamo chiarezza su cos’è il body shaming, come evitarlo e come superarlo.

Cosa significa body shaming?

Body shaming è la pratica di commentare, giudicare e condannare il corpo e l’aspetto fisico delle persone. Il termine deriva dall’inglese shame, parola che significa vergogna, ma anche dal verbo to shame, ossia “generare vergogna, umiliare”. In italiano potremmo tradurre dicendo che è il fenomeno con cui si fa vergognare qualcuno non perché abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma per il suo corpo.

Questa espressione è nata sui social network e sul web, dove ci si sente liberi di esprimere liberamente qualunque pensiero, nascosti dietro uno schermo. Rientrano nel body shaming tutte le frasi e gli stereotipi che risultano come vere e proprie sentenze per giudicare e denigrare le forme del corpo. Sono colpite le donne anche con articoli su riviste e blog “femminili”, dove ci spiegano quale vestito non deve indossare chi ha una taglia 50, o come fare a perdere i chili di troppo per piacere, ma anche gli uomini non sono risparmiati dal fenomeno.

Fa body shaming non solo chi insulta e critica apertamente un fisico, e con esso anche la persona, come se una fotografia rappresentasse anche il carattere e la personalità, ma anche chi usa paternalismo e finto buonismo. Come ben spiegato nell’intervista fatta a Chiara e Mara del progetto Belle di faccia che promuove il body positive, fanno parte della grassofobia frasi come

che bella che sei di viso, saresti così bella se non fossi grassa

ma non ti preoccupi per la tua salute?

Una convinzione diffusa della società e della cultura, che promuove canoni estetici di bellezza univoci e irreali, è che grasso significa malato mentre magro significa sano. Il body shaming si manifesta anche sotto forma di finta preoccupazione per la salute. Perché è credenza universale che grasso sia causato solo da obesità, pigrizia, abbuffate e cibo spazzatura.

Le vittime di body shaming

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Fonte: Web

Body shaming include uno spettro molto ampio di atteggiamenti e pregiudizi. Ciò che bisogna comprendere è che si tratta di una forma, anche particolarmente violenta e preoccupante, di bullismo e cyber-bullismo. Le vittime principali di body shaming sono le persone con i corpi considerati grassi, che subiscono vere e proprie microaggressioni ogni giorno.

Non solo sotto forma di critiche e domande scomode, ma anche nella quotidianità. Si parla in questo caso di grassofobia o fat shaming, perché nella società è intrinseca una vera paura del grasso, considerato da nascondere ed evitare a tutti i costi, anche andando contro alla propria salute mentale e fisica pur di raggiungere canoni estetici irreali.

Esistono però anche altre forme di body shaming, con le quali vengono colpite vittime con corpi tatuati, smagliature, disturbi alimentari come l’anoressia, malattie della pelle, cellulite. Ma anche persone queer o transgender, per il loro modo di vestire o di essere. In qualunque modo venga attuata, questa pratica porta le vittime a cercare soluzioni drastiche.

Le vittime non devono cambiare e sentirsi sbagliate per il pregiudizio degli altri. La società non deve accettarli nonostante non rientrino nei canoni prestabiliti culturalmente, ma deve considerarli persone a prescindere dal loro aspetto. Che non è ciò che li identifica come individui, ma fa parte di loro ed è importante quanto qualunque altro corpo.

Body shaming al contrario

Quando si parla di body shaming si intende quindi qualsiasi atteggiamento che giudica le forme del corpo. Esiste pertanto anche il thin o skinny shaming. Si tratta del fenomeno opposto al fat shaming, ossia la tendenza a criticare e insultare per la magrezza, quando considerata eccessiva o volta a farsi vedere, promuovendo diete ferree ed esempi sbagliati.

Un episodio significativo è accaduto quando Celine Dion, dopo anni di grave malattia, è tornata a splendere e a mostrarsi a sempre più eventi pubblici. La cantante appariva nelle fotografie con un aspetto fisico diverso, ritrovandosi per questo vittima di critiche pesanti e dure, perché considerata troppo magra. Va detto tuttavia che il fat shaming e il thin shaming non sono la stessa cosa, perché nella società in cui viviamo la magrezza è comunque preferibile.

L’essere grassi porta a subire body shaming ma anche discriminazione nella vita quotidiana a causa di pregiudizi e false credenze. Ciò che non viene compreso è che non è importante la forma del corpo di una persona, ma la sua salute mentale e fisica. Si può essere magri, malsani e infelici, oppure avere un metabolismo veloce, essere in forma con attività fisica, ed essere soddisfatti e felici nella vita.

Allo stesso modo le persone grasse possono essere in perfetta salute e in sintonia col proprio corpo, oppure condurre una vita di alti e bassi come chiunque altro. Le persone non pubblicano fotografie per sbandierare il proprio fisico, ma perché vivono, e vogliono mostrare la loro vita come chiunque nella nostra epoca web. Perché i magri, i grassi, i tatuati rappresentano un esempio sbagliato e non dovrebbero farlo?

Come evitare (o superare) il body shaming

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Fonte: Web

Ma allora si può evitare il body shaming? È una condizione così insita nella cultura occidentale che sembra impossibile che la gente inizi a pensare e a comportarsi diversamente. Tuttavia, sul web esistono oggi tante campagne lanciate da persone comuni ma anche da influencer, prima fra tutti Chiara Ferragni, che usa l’hashtag #BodyShamingIsForLosers, artisti e vip per combattere il body shaming diventando icone di body positive. La parola chiave è proprio questa: come qualsiasi altra forma di bullismo, la si sconfigge con la positività, mettendo in luce la bellezza e i pregi di avere una bellezza “diversa” dai pregiudizi.

Per evitare e soprattutto superare il body shaming è fondamentale anche che le vittime di microaggressioni e giudizi imparino ad accettare e amare il proprio corpo. Stare bene con se stessi è possibile anche per chi non rientra nell’immagine considerata normale. Ci si sconvolge se una persona in sovrappeso dice “mi piaccio così”. In realtà questo è l’obiettivo a cui chiunque deve aspirare. Comprendere che tutti i corpi possono essere belli, che non esiste un corpo bello o brutto in maniera universale. E soprattutto che tutti sono persone, non grassi o magri.

Il post di Becca su Instagram è un inno al body positive e un’accusa al body shaming come qualcosa di incomprensibile, che non può più essere accettato.

“Non capirò mai il body shaming. Da bambina mia madre mi ha insegnato la bontà e l’integrità così tanto che è stata instillata in tutta la mia anima. La parte che mi colpisce di più riguardo il fat shaming e la fatfobia è la velocità con cui le persone giudicano qualcuno che non rientri nei canoni ‘normali’

Ricorda che le persone grasse sono persone. Tutti i corpi sono belli, anche se non trovi la bellezza in loro. Fottitene”

Nonostante l’assurda credenza che il body positive promuova l’obesità, è essenziale che invece qualsiasi corpo venga celebrato e mostrato nella maniera che si vuole, soprattutto venga accettato da tutti come normale. E lasciare ad ognuno la possibilità di comprendere da solo cosa sia il meglio per se stesso e il proprio corpo. La bellezza non è una sola, e la perfezione nei corpi non esiste.

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