I device digitali sono sempre più importanti nelle nostre vite e, inutile negarlo, ci aiutano a semplificarle. Se i vantaggi sono tantissimi, anche i lati negativi non mancano: non parliamo solo di abuso e dipendenza, ma anche degli effetti che hanno sul nostro corpo. Detto in parole semplici, queste tecnologie ci rendono più vecchi. Si chiama invecchiamento digitale e no, non riguarda solo i boomer ma chiunque passi molto tempo davanti a uno schermo.

Cos’è l’invecchiamento digitale?

Con il termine invecchiamento digitale (o “digital ageing”) si fa riferimento agli effetti della tecnologia sul nostro copro. Si va dalla cosiddetta “luce blu” che giorno dopo giorno causa danni permanenti alla pelle, invecchiandola prematuramente, a problemi posturali e della qualità del sonno.

Le cause dell’invecchiamento digitale

I responsabili dell’invecchiamento digitale precoce sono proprio i dispositivi che ci accompagnano ogni giorno: non solo i nostri inseparabili smartphone, ma anche tablet, PC e luci led.

Uno dei colpevoli principali è quella che viene comunemente definita “luce blu”, la High Energy Visible (o Hev), emessa dagli schermi dei nostri device, che ha effetti negativi soprattutto sulla nostra pelle. Schermi davanti a cui, secondo uno studio commissionato da Accel, passiamo molto, moltissimo tempo: in media 6 ore al giorno, per un impressionante totale di 3 mesi consecutivi ogni anno. Che dire poi dei Millennials, che controllano i propri telefoni con una media di 150 volte al giorno?

A causare un tipo particolare di problemi legati all’invecchiamento digitale, quelli posturali, sono invece in particolare tablet e smartphone, il cui utilizzo prolungato ci porta ad assumere posizioni scorrette che possono dare origine a una serie di problemi a diversi livelli, tra cui quello muscolo-scheletrico ed epidermico.

Invecchiamento digitale: effetti e conseguenze

Disidratazione della pelle, rughe, stanchezza, insonnia, danni posturali a collo, schiena, spina dorsale e pollice. Questi sono solo alcuni degli effetti dell’invecchiamento digitale dovuto all’uso dei device tecnologici.

La luce blu – tecnicamente invisibile poiché compresa tra i 380 e i 500 nanometri – se emessa dal sole ha effetti positivi su umore e memoria. Un’esposizione prolungata alla luce blu artificiale, però, influenza la produzione della melatonina – questo non ha effetti sul ritmo sonno-veglia e sul benessere psicofisico, ma anche sul ritmo circadiano delle cellule cutanee e sul loro processo di riparazione notturno, influendo sull’aging cutaneo.

Non solo. La pelle è particolarmente danneggiata da questa luce perché, ha spiegato Marco Iera, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica all’Istituto Clinico Brera di Milano al Sole 24 ore,

le onde elettromagnetiche emesse dagli schermi aumentano la temperatura dei tessuti, favorendo il surriscaldamento e di conseguenza l’evaporazione dell’acqua.

Questo può causare rughe precoci, cedimenti cutanei e macchie dovute a stress ossidativo e a una scorretta rigenerazione cellulare.

A causare le rughe, però, non è solo la Hev, ma anche la posizione sbagliata dovuta all’utilizzo dei device. Gli inglesi lo chiamano “tech neck”, in Italia si utilizza “collo da tablet”, in entrambi i casi si indica il modo in cui durante l’utilizzo dello smartphone o del tablet siamo portati a inclinare la testa in avanti, fissando la vista più in basso rispetto alla linea dello sguardo: una posizione che, oltre a causare fastidio e dolore intenso, produce la comparsa delle antiestetiche “collane di Venere”, che segnano il collo in modo permanente.

A risentire dell’utilizzo troppo intenso di smartphone e tablet sono anche la schiena – che può essere soggetta alla “gobba da smartphone”, un nome che si spiega da solo – e le dita delle mani, in particolare il pollice, che assume una caratteristica postura “ad artiglio”.

Come prevenire l’invecchiamento digitale

La soluzione definitiva sarebbe quella di allontanarsi in modo permanente dai device digitali o ridurne al minimo l’utilizzo. Senza ricorrere a strategie così estreme, è possibile cercare di ridurre i danni dell’esposizione alla luce blu intervallare un’ora di esposizione con una pausa di almeno 5-10 minuti, cercando di tendere tenere occhi e pelle lontani dalle radiazioni elettromagnetiche per almeno per 6 ore durante la giornata.

Bere molta acqua aiuta ad evitare la disidratazione e può aiutare anche utilizzare creme a base di acido ialuronico, vitamine e antiossidanti, così da contrastare gli effetti cutanei.

Per quanto riguarda i problemi posturali, invece, è necessario cercare di utilizzare i device mantenendo la posizione corretta, cercando di modificare spesso la posizione muovendo i muscoli e facendo semplici esercizi di allungamento muscolare di collo e spalle.

Infine, è possibile ritagliarsi dei momenti di digital detox più o meno prolungati o sottoporsi a specifici trattamenti di medicina antiaging.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!