I canoni di bellezza per le nuove generazioni, in particolare per la Generazione Z, non hanno praticamente nulla in comune con quelli del passato o con la perfezione estetica che ci viene ancora propinata facendoci sentire perennemente inadeguati e/o insoddisfatti del nostro aspetto.

Per i più giovani la bellezza sta tutta nella propria personalità, semplicemente nell’espressione di sé stessi.

I canoni di bellezza nella storia

Nel corso del tempo i canoni di bellezza sono cambiati sia per gli uomini che per le donne, mostrando una vera e propria evoluzione del gusto estetico riconoscibile in ciascuna epoca. Ecco una breve carrellata, dall’antichità fino ai giorni nostri:

L’evoluzione della bellezza femminile

  • Antico Egitto (c. 1292-1069 a.C.): Corpo esile, viso simmetrico, spalle strette e vita alta;
  • Antica Grecia (c. 500-300 a.C.): Pelle chiara e corpo paffuto. Le donne erano considerate versioni “sfigurate” degli uomini;
  • Dinastia Han (c. 206 aC-220 d.C.): Vita sottile, pelle pallida, occhi grandi e piedi piccoli.
  • Rinascimento italiano (c. 1400- 1500): Seno grande, pancia arrotondata, fianchi larghi e pelle chiara.
  • Inghilterra vittoriana (c. 1837-1901): Il corpo è voluttuoso e assieme ai capelli lunghi diventa emblema di femminilità e sensualità. La vita era segnata perché le donne indossavano dei corsetti per ottenere la forma del corpo ideale;
  • Anni ’20: Seno piatto, vita minuscola e figura mascolina;
  • Epoca d’oro di Hollywood (c. 1930 – 1950): Curvy, figura a clessidra, seni grande e vita sottile;
  • Anni ’60: Fisico da adolescente snello e slanciato, gambe lunghe e magre;
  • Anni ’80: È l’epoca delle super modelle e viene promossa una fisicità atletica, un corpo sottile ma formoso con braccia toniche. L’altezza assume un ruolo sempre più importante;
  • Anni ’90: Figura androgina, corpo sottile e pelle traslucida;
  • Dal 2000 a oggi: La così detta “bellezza postmoderna” è caratterizzata da pancia piatta, magrezza sana, seno e sedere sodi, senza disdegnare la chirurgia plastica.

L’evoluzione della bellezza maschile

  • Fine 1800: Gli uomini corpulenti o addirittura obesi erano l’incarnazione del più alto status sociale per la facilità di accesso al cibo;
  • Epoca d’oro di Hollywood (c. 1930 – 1950): Gli attori di hollywoodiani incarnavano l’ideale estetico maschile del tempo perché erano magri e longilinei con un po’ di tono muscolare che iniziava a fare capolino sul grande schermo;
  •  Anni ’60: L’uomo si fa crescere i capelli e non presta particolare attenzione alla sua forma fisica seguendo il look delle rock star in voga in quel periodo;
  • Anni ’70 e ’80: Sono gli anni del boom del body building e l’ideale estetico di un corpo muscoloso e scolpito è al centro dei canoni estetici maschili per molti;
  • Anni ’90: Il corpo maschile ideale deve essere magro e muscoloso, non discostandosi particolarmente dall’ideale odierno.

I canoni di bellezza nel mondo

Paese che vai estetica che trovi, perché sì, ogni Paese ha il suo ideale di bellezza. Come abbiamo assistito ad un cambiamento nella concezione del bello durante il corso della storia, dall’altro lato è possibile rilevare canoni estetici diversi nelle varie parti del mondo.

In un interessante esperimento del sito Online Doctor intitolato Perceptions of Perfection across borders, è stato chiesto a grafiche provenienti da tutto il mondo di ritoccare una fotografia ritraente una donna rendendola il più attraente possibile secondo i canoni di bellezza del proprio Paese. I risultati sono estremamente vari tanto che delle volte la fotografia viene completamente sconvolta, non lasciando alcuna traccia delle sembianze iniziali.

Il medesimo esperimento è stato svolto per capire com’è fatto l’uomo ideale e anche qui i risultati grafici sono stati i più disparati: in Egitto un uomo è considerato attraente se ha un addominale ben scolpito e una carnagione olivastra, in Russia è apprezzato un corpo robusto, soprattutto con petto e braccia sviluppati e i capelli chiari, mentre nelle Filippine l’uomo ideale ha un fisico longilineo e asciutto.

I canoni di bellezza occidentale che portano alla negazione etnica

I film e Internet continuano a promuovere un modello di bellezza standardizzato e di matrice occidentale incentrato su pelle chiara e perfetta, lineamenti distesi e fisico scolpito. C’è chi è disposto a tutto pur di omologarsi e rientrare in questi standard, anche a discapito della salute.

Le donne afroamericane si lisciano i capelli utilizzando prodotti altamente tossici che aumentare il rischio di cancro al seno del 45% rispetto alle donne bianche che utilizzano prodotti simili. Questo purtroppo non è l’unico trattamento che mira a cancellare le tracce distintive del proprio patrimonio etnico e quindi i propri tratti estetici distintivi.

Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicato nel 2017 ha rilevato come il 77% delle donne nigeriane si sbianchino la pelle, seguite dalle donne sudafricane, senegalesi, togolesi e maliane. Non è un caso quindi che lo slogan Via il colorito scuro sia tanto popolare in India, dove il mercato della cosmetica sbiancante è estremamente e pericolosamente florido: la maggior parte di queste creme dal nome accattivante sono in realtà pericolosi cocktail a base di steroidi, idrochinone e tretinoina, il cui uso a lungo termine può portare a problemi di salute come pigmentazione permanente, cancro alla pelle, danni al fegato e avvelenamento da mercurio.

La chirurgia plastica poi, pullula di procedure atte ad occidentalizzare il proprio aspetto come:

  • Blefaroplastica orientale: Il rimodellamento degli occhi a mandorla per creare la piega palpebrale superiore;
  • Rinoplastica etnica: Chiamata anche slump implant, questa procedura riduce le narici e rimpicciolisce la punta del naso ed è particolarmente richiesta da pazienti di origine asiatica, africana o afroamericana;
  • Cheiloplastica riduttiva: Si tratta del ridimensionamento del volume delle labbra.

Il tema della bellezza è da sempre spinoso e controverso ma negli ultimi anni si è fatta sempre più strada, soprattutto tra le nuove generazioni, una concezione estetica diversa e più inclusiva, indipendentemente da sesso, taglia e etnia di appartenenza.

Oltre la mera estetica: l’espressione personale della Generazione Z

Ad aver dato una scossa non solo all’industria beauty ma al concetto stesso di bellezza è stata la Generazione Z, costituita da tutti coloro che sono nati tra il 1997 e il 2012. I ragazzə più giovanə infatti hanno acceso la miccia di un processo globale che premia l’autenticità, bocciando l’estetica patinata e tarocca a cui siamo abituati e non solo, come afferma Chole Combi, esperta di questa generazione, nonché autrice e consulente che ha lavorato con PZ Cussons per il lancio di Beeing, il nuovo brand di Sanctuary Spa:

Questa generazione usa la bellezza per conoscersi e come strumento di empowerment.

Sentirsi se stessi e promuovere le differenze sono i pilastri cardine di un nuovo modo di vedere la bellezza, che va ben oltre l’estetica per fondersi con l’identità personale e l’inclusione. La conseguenza di questo cambiamento è la destrutturazione dei concetti di bello e brutto che perdono il significato quasi istituzionale del quale erano rivestiti per assumerne uno del tutto fluido e soggettivo. Dall’utilizzo (o meno) del make-up alla scelta dell’abbigliamento, non ci sono regole e tutto è concesso pur di sentirsi bene ed esprimere la propria personalità (e creatività).

Anche la rigida categorizzazione di quello che debba rientrare nella bellezza femminile piuttosto che in quella maschile si sta sgretolando, lasciando spazio alla fluidità di genere. Anche il colore della pelle, le proprie caratteristiche etniche o le imperfezioni che ci contraddistinguono non vanno cancellate o corrette, bensì preservate, a favore di un’individualità unica e della quale andare fieri.

Un altro aspetto importante è la body positivity perché è importante accettarsi per stare bene nel proprio corpo: fisici statuari e curve da capogiro non sono importanti perché la bellezza non è perfezione.

Questo nuovo approccio all’estetica sta già producendo degli effetti positivi, soprattutto grazie ai social, con i quali le giovani generazioni sono cresciute. La bellezza diventa sinonimo di personalità e unicità, secondo un messaggio che ci sprona ad essere semplicemente noi stessə senza alcun limite.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!