Cosmeticoressia, come riconoscere l’ossessione per i prodotti beauty

Il termine "cosmeticoressia" deriva dalla crasi delle parole "cosmesi" e "anoressia", e indica tutte quelle situazioni in cui bambine e preadolescenti appartenenti alla Generazione Alpha (ovvero le persone nate dopo il 2010) presentano un'ossessione spasmodica nei confronti dei prodotti beauty non adatti a loro - dalle creme anti-età ai detergenti esfolianti. Vediamo di che cosa si tratta nello specifico.

Quella che, un tempo, costituiva un’ingenua e gioiosa emulazione delle azioni “beauty” della madre, per molte bambine e preadolescenti si è trasformata, ora, in una vera e propria ossessione. Si tratta della cosiddetta cosmeticoressia, ossia la passione smodata nei confronti di tutto ciò che concerne il mondo della cosmesi nelle ragazze nate dopo il 2010.

Un fenomeno potenzialmente preoccupante – e, per molte, già fonte di innumerevoli disagi e disturbi psicologici – che si sta diffondendo sempre più rapidamente, tanto da avere anche un proprio hashtag, #sephorakids, i cui video vedono le commesse della catena di negozi Sephora denunciare la situazione e lamentarsi della clientela così giovane e, spesso, indisciplinata.

Come si manifesta? E quali sono i modi per curarla? Vediamone le caratteristiche nel dettaglio.

Che cos’è la cosmeticoressia?

Il termine “cosmeticoressia” deriva dalla crasi delle parole “cosmesi” e “anoressia”, e indica tutte quelle situazioni in cui bambine e preadolescenti appartenenti alla Generazione Alpha (ovvero le persone nate dopo il 2010) presentano un’ossessione spasmodica nei confronti dei prodotti beauty non adatti a loro – dalle creme anti-età ai detergenti esfolianti.

Non solo, dunque, una fisiologica curiosità verso trucchi, sieri e maschere, ma una vera e propria fissazione che ha, alla base, una preoccupazione esacerbata indirizzata al proprio aspetto fisico e la volontà di aderire ai canoni estetici promossi dal contesto socio-culturale di riferimento.

Come spiega il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, Gian Andrea Positano, infatti:

Se una volta i primi prodotti si usavano per emulare la mamma, oggi i teenager copiano anche le influencer che vedono sui social. Inoltre, nel frattempo è cresciuta l’educazione all’igiene e alla cura personale, che inizia già nell’infanzia: questo fa sì che, intorno ai 13 anni, ci si avvicini più facilmente a creme e make-up.

Cosmeticoressia e percezione distorta del corpo

Ad alimentare la cosmeticoressia vi è, allora, una percezione distorta del proprio corpo, che diviene, così, oggetto prediletto di osservazioni dettagliate, recriminazioni e spietate comparazioni. A essere al centro dell’attenzione sono, appunti, i presunti difetti fisici riscontrati dall’individuo che vive in prima persona il disagio, sui quali si concentrano i tentativi di miglioramento e i continui rimugini, pensieri angoscianti e atteggiamenti ripetitivi.

Come precisa la psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice affiliata al Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo, Elisa Valteroni:

Di fatto, la cosmeticoressia non è considerata dalla comunità scientifica come un quadro psicopatologico a sé stante, ma è possibile riconoscerla in patologie note, come il disturbo di dismorfismo corporeo e i disordini alimentari, problematiche spesso associate nella stessa persona e che condividono una caratteristica di fondo: la distorsione dell’immagine corporea.

Ne deriva, in questo modo, l’ossessione della bambina o preadolescente coinvolta, che si ritrova a

trascorrere la maggioranza del tempo nel tentativo di nascondere, camuffare, migliorare o eliminare il difetto, a controllarlo ripetutamente attraverso specchi, superfici riflettenti, fotografie e a confrontare la propria immagine corporea con quella degli altri cercando invano rassicurazioni.

Le ragioni dell’ossessione per i prodotti beauty

Ma quali sono le motivazioni che spingono una bambina di 6 o 11 anni a trattare la propria pelle alla stregua di quella di un’adulta e a temere, di fatto, i segni dello scorrere del tempo su di sé? Le ragioni sono molteplici e, ovviamente, anche personali, ma tra le più fondate si possono annoverare:

  • pressioni sociali e culturali: la società, coadiuvata dai media, promuove ideali di bellezza irrealistici, che possono portare le persone a sentirsi insicure circa il proprio aspetto estetico e corporeo e a cercare di raggiungere questi standard mediante l’uso di prodotti di bellezza;
  • autostima e fiducia in se stesse: per alcune persone, anche molto piccole – come in questo caso -, il ricorso a prodotti di bellezza può essere legato alla propria scarsa autostima, per cui sentirsi più attraenti esteticamente potrebbe aumentare la fiducia in sé e migliorare il proprio benessere psicologico;
  • creatività ed espressione individuale: la fruizione di make-up, inoltre, può costituire anche un modo per esprimere la propria creatività e individualità, sperimentando con trucchi, colori e stili in modo divertente e gratificante;
  • marketing e pubblicità: oltre ai media, anche le strategie di marketing e la pubblicità delle aziende di cosmetici possono influenzare le persone a desiderare e, di conseguenza, ad acquistare sempre più prodotti di bellezza, contribuendo, così, all’ossessione per questi ultimi;
  • disturbi psicologici: in alcuni casi, infine, l’ossessione per i prodotti di bellezza può essere sintomo di disturbi psicologici più gravi, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o il disturbo dismorfico corporeo (DDC), che possono comportare pensieri e comportamenti ossessivi riguardanti l’aspetto fisico.

Come riconoscere la cosmeticoressia?

Dal momento che, come abbiamo visto, la cosmeticoressia non è riconosciuta al pari di un disturbo psicopatologico a sé stante, riconoscerne sintomi e manifestazioni può essere più complesso, soprattutto perché, spesso, essa appare strettamente connessa ad altre patologie (come i disturbi del comportamento alimentare o la dispercezione corporea).

A essere d’aiuto nell’individuazione dell’ossessione, tuttavia, vi possono essere i seguenti comportamenti:

  • eccessivi tempo e denaro spesi per i prodotti di bellezza;
  • compulsione nell’utilizzo dei prodotti di cosmesi;
  • preoccupazione costante nei confronti del proprio aspetto fisico;
  • isolamento sociale;
  • distress emotivo;
  • difficoltà di concentrazione.

La cosmeticoressia comporta, quindi, un cambiamento radicale nella routine che caratterizza la propria esistenza, catalizzando totalmente l’attenzione verso il beauty e provocando una serie di conseguenze che possono condurre alla deriva diversi ambiti di vita, dalle relazioni sociali alle finanze.

Come superarla e curarla

Il primo passo, come sempre quando si tratta di problematiche che afferiscono alla propria interiorità, consiste nel riconoscere di avere un problema e verbalizzarlo, a se stessi, ai propri parenti e alle persone care che popolano la nostra vita, e alle quali è fondamentale chiedere sostegno emotivo e pratico.

In particolar modo, è opportuno rintracciare quali sono i trigger, ossia le situazioni, le parole o i pensieri che scatenano l’ossessione nei confronti dei prodotti beauty, fino a condurre a un loro acquisto incontrollato e a una loro fruizione compulsiva.

Di qui, la necessità di ridurne l’acquisto stesso e, contestualmente, diminuire il tempo e l’energia dispiegati nel loro uso, fissando un budget e dei limiti di tempo ragionevoli e spostando la propria attenzione verso altre attività fonte di benessere.

Il tutto, naturalmente, supportato da una figura professionale, ossia un terapeuta o uno psicologo cognitivo-comportamentale che sia in grado di esplorare le cause e le insicurezze alla base dell’ossessione e di accompagnare l’individuo verso una piena consapevolezza di sé e un pieno benessere emotivo e mentale.

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