È come se mi dicessi 'Tu sei rovinata': Valeria Montagnoli e la dermatite atopica

Laureata in Giurisprudenza e specializzanda in Mediazione Familiare, quando incontro Valeria Montagnoli non noto nulla che possa farmi anche solo sospettare la sua storia se già non la conoscessi, almeno in parte, tramite il racconto che ne fa nel suo account Instagram dermatiteatopicadiary. L’avessi incontrata qualche settimana prima o anche solo qualche giorno dopo, invece, sarebbe potuto succedere di trovare i segni della patologia della pelle di cui soffre e che, scopro da lei, “non è mai davvero sotto controllo: può esplodere da un momento all’altro”.

La dermatite atopica, per molte e molti di noi, equivale a un po’ di prurito o a piccoli rush cutanei destinati ad andarsene così come sono venuti. ‘Ho un po’ di dermatite’, ci capita di dire dando per scontato non significhi nulla e, probabilmente, ascoltando distrattamente la storia di Montagnoli potremmo essere portati a pensare, superficialmente, “ma dai, non starà esagerando?”.

No, non esagera! C’è molta ignoranza, nel senso di non conoscenza, sulla dermatite atopica e, anche per questo, ho voluto iniziare questa mia rubrica dal nome significativo di Bella Forte con questa storia: mi auguro che le parole di Valeria Montagnoli servano a liberare dallo stigma i racconti e la sofferenza sottovalutata di altre persone che con lei condividono la stessa patologia infiammatoria.

Questo sarà lo spirito, in generale, di questa rubrica: in ogni puntata con un’ospite parlerò della sua storia e idea di vera bellezza, con la volontà di uscire dai tanti stereotipi che ancora ci riguardano tutte e tutti, me compresa.
Per molto tempo, lo ammetto, io stessa ho pensato che bellezza fosse rispondere a una serie di canoni: pelle liscia, capelli lucenti, trucco sempre impeccabile, giusto per citarne alcuni…
Poi per fortuna ho capito: ogni stereotipo è una gabbia (sempre!), di cui è meglio liberarsi.

In questo senso, le protagoniste delle mie interviste saranno donne con concetti di bellezza così alternativi da raccogliere lo stigma della società, donne con corpi o pelle o capelli o percezioni di sé non conformi e che per questo hanno pagato spesso in salute mentale o diventando vittime di bullismo.

Prima di lasciarvi a questo video e alle parole di Valeria Montagnoli solo una precisazione: Bella Forte non significa aspirare a essere eroine, né  forti a tutti i costi. Si tratta semmai, come dice qui questa donna bella forte, di “imparare ad amarsi e riconoscere che la perfezione che ci è richiesta non solo è impossibile, ma che sono proprio i nostri percorsi diversi a permetterci di trovare la nostra personale bellezza, sempre unica e mai uguale”.