Chi si trova nell’età di mezzo ricorderà tempi in cui le signore, a un certo punto delle loro vite, avvertivano la necessità e l’urgenza di farsi bionde. Iniziavano con innocui colpi di sole, ma subito la cosa prendeva loro la mano e dopo qualche settimana esibivano improbabili tinte platino su sopracciglia scure. Sorprendeva l’ineluttabilità della trasformazione e la sua rassegnata accettazione, quasi che la cofana bionda fosse una conseguenza dell’invecchiare come le rughe e la menopausa. 

Con l’età avrei capito che arriva un momento in cui la tinta smette di essere un divertimento per diventare una necessità, e che una testa variamente colorata è comunque preferibile al vero dramma tricologico in cui tutte inciampiamo: la fase di transizione.

“Il capello bianco è ormai sdoganato alla grande, ma per il sale e pepe è tutta un’altra storia” – conferma la mia amica Serena. “Quello che odio è il periodo di transizione in cui la linea grigia della ricrescita avanza come sabbia nella clessidra a ricordare il tempo che passa. Sono stufa di tingere i capelli e se potessi averli subito tutti grigi lo farei, ma è quella fase intermedia che mi frena: è ingestibile e fa tanto dichiarazione di età. Come si risolve?”

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Capisco il dilemma di Serena. Se prima lasciare i capelli grigi era un gesto punk riservato a signore anticonformiste dall’autostima fortissima, da qualche tempo esibire una testa canuta è diventata un’opzione così gettonata da rischiare di diventare mainstream, come dimostrano le molte pagine Instagram dedicate al tema. Peccato che passare dal proprio colore al bianco non sia un processo facile né indolore, ma richieda, al contrario, una serie di accorgimenti e alcune cose da sapere.

“La testa è mia e la gestisco io.” E invece no.

Nel caso decidiate di lasciare i capelli grigi sappiate che ne dovrete rendere conto a familiari, colleghi, amici e sconosciuti impertinenti. Se tingere i capelli di fucsia è ormai socialmente accettato, decidere di lasciarli grigi è un gesto di autodeterminazione che sconcerta. Per fortuna l’età e il senso di libertà che questa comporta donano la sicurezza necessaria a compiere il grande passo.

È necessario avere un complice e potreste non trovarlo nel vostro parrucchiere di fiducia. La maggior parte di questi tenterà di scoraggiarvi sottolineando quanto la testa grigia invecchi o doni un aspetto sciatto e trascurato, mentre il complice vi supporterà e studierà insieme a voi una strategia per minimizzare i disagi della transizione.

Passare al grigio richiede nervi saldi e obiettivo certo perché la transizione può durare a lungo: da sei mesi a un anno. Sappiate che potranno verificarsi ricadute e che in un momento di debolezza potreste trovarvi a ricominciare daccapo con la testa dipinta di nero. Niente di grave: il bello del tingere i capelli è che le decisioni, anche le più avventate, sono transitorie e reversibili.

Non è necessario tagliare i capelli corti: la transizione può benissimo compiersi sul capello lungo, come dimostra questa community di donne di qualunque età e orgogliosamente grey 

Per evitare che il grigio viri sul giallo esistono shampoo appositi. D’altronde dopo una certa età le tinte scure virano sul rosso (c.d. rosso menopausa), e poche cose connotano anagraficamente una donna quanto quella sfumatura ramata.

Credete che una chioma canuta sia sciatta e invecchi? Andate a dirlo a Miranda Priestly o a Christine Lagarde se ne avete il coraggio.

Esteticamente parlando, una chioma grigia è comunque preferibile a certe tinte compatte e innaturali che donano un improbabile “effetto playmobil” .

“Guardate una foto di George Clooney e una di Antonello Venditti e ditemi con chi dei due andreste a letto. Perché non può valere anche per le donne?” chiede Francesca. Già, perché?

“So benissimo che potrei continuare a tingermi, solo che voglio contribuire a creare un ecosistema diversificato in cui vedere circolare tutte le alternative, affinché si possa essere veramente libere di scegliere.” dichiara la mia amica Floriana. Il grigio come una scelta etica.

Paradossalmente, i capelli bianchi donano più a chi ha una carnagione chiara perché irradiano luce.

“Quando tingere i capelli diventa una schiavitù, smettere di farlo è una ritrovata libertà, un’occasione per far uscire se stesse e sperimentare una nuova femminilità”. A dirlo è la blogger Antonella Gallino che con questo post, ha trattato il tema nella maniera più onesta, divertente ed esaustiva possibile. Se lo dice lei, bisogna crederle.

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