Butt mask, davvero abbiamo bisogno di maschere per il sedere?
La pandemia ha reso le persone più attente alla cura del corpo. Ma abbiamo davvero bisogno di butt mask, le maschere che fanno il lifting al sedere, e di prodotti di questo genere?
La pandemia ha reso le persone più attente alla cura del corpo. Ma abbiamo davvero bisogno di butt mask, le maschere che fanno il lifting al sedere, e di prodotti di questo genere?
Seguire una skincare quotidiana è ormai diventata una buona abitudine per molte persone, che spesso si lasciano ispirare da routine di bellezza ormai diventate celebri come la skincare coreana; la pandemia, però, se da un lato ci ha insegnato lo skinmalism, dall’altro ha posto il focus anche sulla cura del resto del corpo.
Secondo una ricerca di mercato condotta da Mintel , il 33% degli adulti americani ha dichiarato di usare molti più prodotti per mani e corpo rispetto a un anno fa; secondo l’analista della società Olivia Guinaugh tutto dipende dal fatto che “Dopo un anno di stress elevato, problemi di sicurezza e di interazione sociale limitata, gli adulti si concentrano sulla propria routine di cura personale per sentirsi in controllo della propria salute fisica e mentale”.
Ma che cosa sono, esattamente, questi prodotti per la cura del corpo? Parliamo di vere e proprie maschere per il sedere, come quelle ideate da Lapcos e Bawdy , veri e propri lifting per il lato B, di creme per il seno, di sieri vaginali e, in generale, di prodotti pensati per parti del corpo solitamente escluse dalla beauty routine quotidiana.
Siamo però sicuri di averne proprio bisogno? I dermatologi ci tengono a sottolineare che la pelle del corpo è diversa dalla pelle di viso, collo e décolleté: in alcuni punti è più spessa, quindi potrebbero essere necessarie dosi più potenti di principi attivi perché si comincino ad avvertire davvero i primi benefici importanti, come la tonificazione o il rassodamento della parte interessata.
“Più la pelle è spessa, più è in grado di gestire i principi attivi in concentrazione più elevata”, afferma Nina Desai, dermatologa di Manhattan Beach, nella contea di Los Angeles.
Il Covid sembra aver riportato l’attenzione delle persone sulla cura della propria persona e su un’igiene più profonda, il che, se da un lato è un bene, dall’altro comporta il rischio di sfociare in eccessi altrettanto dannosi, come sottolinea la dermatologa Leslie Baumann: “[Lavarsi troppo spesso] danneggia la barriera cutanea rimuovendo i lipidi necessari e altera il microbioma”.
Il rischio si corre anche avendo una tendenza eccessiva all’esfoliazione: “Retinoli, AHA, microdermoabrasione, dermaplaning, scrub e spazzole per il viso innescano un processo chiamato desquamazione. Quando si esagera si possono avere maggiore sensibilità, sfoghi di acne o un riacutizzarsi della rosacea”.
Gli esperti, in generale, tendono a suggerire di usare prodotti specifici solo sulle parti del corpo che hanno effettivamente bisogno di cure, con effetti mirati: insomma, ok avere una buona e costante routine di cura per il corpo, ma questa non deve essere necessariamente troppo elaborata, anzi, ed è qui che torniamo al concetto di skinmalism espresso poc’anzi. Sì, dicono i dermatologi, a prodotti preventivi, come la vitamina C, per aiutare a contrastare la formazione di radicali liberi.
Sarebbe quindi meglio limitare le maschere per il sedere, e soprattutto ricordarsi di consultare un dermatologo se si hanno dubbi circa lo stato di salute del proprio corpo, così che solo gli esperti possano davvero offrire soluzioni intelligenti.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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