Perché abbiamo un enorme problema con i capelli afro ed è ora di risolverlo

In Europa così come in America i capelli afro sono da molti anni oggetto di discriminazione a causa di uno standard di bellezza eurocentrico. Per fortuna, si stanno attuando piccoli ma importanti cambiamenti volti a porre fine, una volta per tutte, a questi pregiudizi.

In America e in Europa, i capelli afro sono spesso oggetto di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. Questo fenomeno, noto come “hair bias” o “discriminazione basata sui capelli”, ha radici profonde nella storia e nella società occidentale e continua a influenzare molteplici aspetti della vita quotidiana delle persone nere.

Una delle ragioni principali di questa discriminazione risiede nella perpetuazione di standard di bellezza eurocentrici, che identificano i capelli lisci come sinonimo di bellezza e professionalità. Questi standard, promossi dai media, dall’industria della moda e dalla cultura dominante, hanno contribuito a creare una percezione negativa dei capelli afro e delle persone che li portano.

In molti ambienti lavorativi, ad esempio, i capelli afro vengono considerati poco professionali o poco curati. Questo ha portato alcune persone nere ad adottare pratiche come il “texturism“, cioè la variazione nello styling dei propri capelli per renderli più accettabili secondo gli standard dominanti. Questo può includere l’uso di prodotti chimici liscianti o l’adozione di acconciature più “occidentali”.

Inoltre, non sono rari episodi di razzismo legati a questo tipo di capelli (un disagio che vivono anche le donne nere in carcere). Molte persone nere devono affrontare domande invasive riguardanti i loro capelli e ricevere commenti che riflettono ignoranza o malinteso. Una situazione che è molto comune anche in Italia, Paese in cui i pregiudizi, dal questo punto di vista, sono ancora molto radicati.

Per non parlare della difficoltà di trovare parrucchieri in grado di trattare i capelli afro. “La cosa difficile è che la maggior parte delle persone dà per scontato che le donne nere sappiano come pettinarsi da sole. E in generale, non è la verità”, ha detto Nikiya Mathis, attrice e designer. Mathis ha aggiunto che nelle scuole di cosmetologia non insegnano a trattare i capelli afro. “Impari a eseguire alcuni processi chimici, ma non impari a prenderti cura e ad acconciare questo tipo di capelli. A meno che non vai in una scuola dove hanno un laboratorio specifico”, ha asserito.

Cosa si sta facendo per sbloccare la situazione

A tal proposito, ci sono buone notizie. La Georgia, uno stato con una grande popolazione nera e un’influenza culturale rilevante, sta cercando di abbassare i requisiti di licenza per parrucchieri e barbieri. Questa mossa potrebbe aprire nuove opportunità di carriera nel campo della cosmetologia per persone a basso reddito, secondo Larry Walker, un funzionario statale coinvolto nella creazione del disegno di legge.

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Negli ultimi anni, va detto, c’è stata una crescente consapevolezza dei problemi legati alla discriminazione basata sui capelli. Movimenti come il Natural Hair Movement hanno promosso la celebrazione e l’accettazione dei capelli afro naturali, incoraggiando le persone nere a abbracciare la propria identità e a rifiutare gli standard di bellezza imposti.

Inoltre, il Crown Act, che proibisce la discriminazione basata sui capelli, è stato approvato in California nel luglio 2019 e successivamente adottato da 23 stati, inclusi New York. Ora, New York sta ulteriormente avanzando con una legge che richiede l’inclusione dell’educazione sui capelli naturali in tutte le scuole di cosmetologia della regione.

L’obiettivo principale della legge è approfondire l’istruzione cosmetologica per garantire che tutti gli studenti, indipendentemente dall’etnia, acquisiscano le competenze necessarie per trattare ogni tipo di capelli. “Non è solo buon senso, è la cosa giusta da fare”, ha dichiarato ad Allure il senatore dello Stato di New York Jamaal T. Bailey.

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