Negli ultimi anni si è intensificata la consapevolezza riguardo alle disuguaglianze sistemiche che affliggono molte comunità, in particolare quelle nere. Uno dei settori spesso trascurati ma altrettanto significativi riguarda la cura dei capelli. È emerso che molte persone nere incarcerate non hanno accesso a prodotti adeguati per soddisfare le esigenze dei loro capelli naturali, mentre i detenuti bianchi godono di una gamma più ampia di opzioni. Questa disparità non solo solleva questioni di equità, ma mette in luce una forma di discriminazione istituzionale che permea il sistema carcerario.

Aneddoti come quello di Jane Dorotik, che ha raccontato alla rivista Allure di aver osservato una presunta negligenza nell’offrire prodotti per la cura dei capelli adatti ai detenuti neri durante i suoi vent’anni di servizio in un penitenziario della California, sono solo la punta dell’iceberg di una realtà più ampia e diffusa. Mentre le persone di colore sono sottorappresentate nelle posizioni di potere all’interno delle istituzioni penitenziarie, spesso si trovano a dover affrontare discriminazioni di vario genere. Compresa la mancanza di accesso a prodotti per la cura dei capelli che rispettino la loro identità culturale.

La situazione è tale che il bisogno di un’azione correttiva è diventato imperativo. Ecco perché un nuovo disegno di legge è stato proposto in California per affrontare questa grave ingiustizia. Questo disegno di legge intende creare un inventario meno discriminatorio per la cura dei capelli nelle mense carcerarie della California, garantendo che tutti i detenuti, indipendentemente dalla loro etnia, abbiano accesso a prodotti che soddisfino le esigenze dei loro capelli.

“Questo disegno di legge, il Culturally Competent Hair Care Act, richiederebbe, a partire dal 1° gennaio 2028, al dipartimento, alle carceri locali e alle strutture di detenzione se hanno un negozio, di fornire shampoo e balsami senza solfati, creme per capelli ricci e gel”, dice la nuova normativa.

La normativa attuale

Le attuali normative della California impongono restrizioni rigide agli hairstyle dei detenuti. Chiunque abbia acconciature come trecce, treccine, code di cavallo o dreadlocks deve sciogliere i capelli per consentire ispezioni più approfondite. Questa regola, che potrebbe sembrare neutrale in teoria, è stata oggetto di critiche per il suo impatto discriminatorio sui detenuti neri.

Secondo Lea Nepomuceno, esperta di questioni legate alla discriminazione nelle carceri, queste normative sono applicate in modo quasi esclusivo ai membri neri della popolazione carceraria. Questo significa che le persone nere sono costrette a conformarsi a standard di bellezza eurocentrici, spesso a discapito della loro identità culturale e del loro benessere personale.

“Sono rimasta scioccata dai resoconti dei detenuti sugli articoli di body care fai-da-te. Molti scambiavano cibo con ingredienti necessari per creare shampoo, trucco e sapone. Più indagavo, più diventava evidente che la bellezza non è una questione di vanità, è una questione di sopravvivenza“.

L’approvazione del disegno di legge segnerebbe finalmente un passo avanti verso un sistema carcerario più equo e inclusivo nella California. Secondo Nepomuceno, il fatto che i prodotti per la cura dei capelli culturalmente appropriati non siano ancora disponibili nei penitenziari evidenzia una preferenza discriminatoria per i capelli lisci.

“Questa legge è un primo passo verso l’umanizzazione delle condizioni di vita delle persone detenute, perché può garantire pari accesso a prodotti igienici adeguati”, afferma Nepomuceno.

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