Looksmaxxing, l'estrema estetica maschile incel di "massimizzare l'aspetto fisico"

Massimizzare il proprio aspetto fisico per soddisfare un'ideale di bellezza maschile che piace ai social, ecco cos'è il looksmaxxing e perché è importante non caderci

La cura per il proprio corpo è un qualcosa a cui tutti dovremmo ambire, l’esasperazione e l’esagerazione invece no. E tra le tante pratiche che puntano a migliorare il proprio aspetto a discapito della propria salute (che già di per sé è un enorme paradosso) ecco che spunta il looksmaxxing, un miglioramento estremo e radicale del proprio aspetto fisico attraverso la pratica di trattamenti mirati di skincare, diete, interventi estetici, allenamento, ecc.

Cosa significa Looksmaxxing

Un termine che nasce dalla fusione di due parole, “looks” che significa aspetto e “maxxing” ovvero massimizzare, e che va a descrivere esattamente questo processo tutto al maschile (anche se ora sta invadendo anche il mondo femminile) di esasperazione della cura personale e di miglioramento estetico.

Una tendenza che sta spopolando su social come Tik Tok, e che vede tantissimi giovani ragazzi cercare di migliorare il proprio aspetto fisico con lo scopo di diventare sempre più attraenti, ma che di fatto porta all’esatto contrario.

Cosa comporta il Looksmaxxing e la massimizzazione dell’aspetto fisico

Ma di cosa si tratta esattamente? Come riportato da un articolo scritto da Serena Mazzini, esperta in critica dei new media e fenomeni social e riportato da Selvaggia Lucarelli nella sua newsletter “Vale tutto”, con il termine looksmaxxing si intende «una forma estrema di self-improvement estetico che si è diffusa su TikTok e Reddit, soprattutto tra i ragazzi tra i 14 e i 25 anni. L’obiettivo è “ottimizzare” il proprio aspetto fisico partendo da una base considerata brutta, imperfetta, “substandard”, come la definiscono all’interno di queste community.»

Una forma di cura che si spaccia per più evoluta ma che è piena di insidie e di problemi non da poco. Scopo del looksmaxxing, infatti, è il raggiungimento di una forma e un aspetto fisico ideale e che si avvicina un’estetica iper-virile e spigolosa. Il motivo? Totalmente di apparenza e di algoritmi social, che premiano questa tipologia di immagine, innalzandola nel ranking della desiderabilità sessuale, e che di conseguenza permette a chi lo raggiunge di avere maggiori attenzioni e l’approvazione da parte di chi guarda: «è una sorta di gamification dell’aspetto, tenuta sotto controllo attraverso app che assegnano un punteggio di attrattività basato su proporzioni e parametri biometrici. Ed è diventata una dottrina estetica in cui il volto è un campo di battaglia, la trasformazione fisica un dovere quotidiano e ogni deviazione dal modello un fallimento personale fisica un dovere quotidiano e ogni deviazione dal modello un fallimento personale.»

La tendenza estrema e tossica della bellezza estetica maschile

Ma come avviene questa ricorsa quotidiana alla massimizzazione del proprio aspetto fisico? Attraverso pratiche regolari che possono sembrare innocue ma che in realtà, come detto, non lo sono per nulla, arrivando anche all’ossessione per i prodotti beauty. Pratiche di cura di sé sofisticate, che vanno da una skincare mirata e minuziosa, con filler alle occhiaie, retinoidi, peeling chimici e/o trattamenti dermatologici già in giovanissima età, rasature al millimetro, l’assunzione di integratori, diete iperproteiche, la scelta di abiti su misura, di acconciature ad hoc in base alla morfologia del viso, ecc.

Ore spese davanti allo specchio per prepararsi e per apparire sufficientemente “sigma”, ovvero dall’aspetto duro, sicuro, dominante. E fino all’allenamento dei muscoli facciali tramite la masticazione di particolare chewing gum ad alta resistenza, con lo scopo di modellarne i tratti, rendendo la mandibola più prominente e agendo per correggere eventuali asimmetrie del volto.

Un trend che nasce dall’insicurezza

Una tendenza nata come risposta alla cosiddetta “blackpill”, ovvero una visione nichilista che si basa sull’assunto che, il successo relazionale e sociale degli uomini, dipenda quasi totalmente dall’aspetto fisico. Quando la natura non ha donato un aspetto ideale e che soddisfi i canoni di bellezza imposti, ecco che si opta per essere un looksmaxxers, massimizzando il proprio potenziale genetico e andando a lavorare attivamente e quotidianamente sul corpo e sul proprio look.

Un trend nato sui social e che anche per questo si è diffuso a macchia d’olio, colpendo esattamente le fasce di età più fragili, in cui la ricerca di chi si è e il conflitto interiore sono ai massimi livelli, il tutto supportato da video in cui content creator e influencer mostrano in diversi tutorial come fare per migliorare il proprio aspetto a 360°, promuovendo una visione tossica della cura di sé e creando non pochi problemi a chi li segue.

Un trend che conta oltre 170.000 video sotto l’hashtag #looksmaxxing, alimentato dalla dannosissima cultura della performance estetica, e che pone massima attenzione alla bellezza maschile, generando come conseguenza ancora maggiori insicurezze, che diventano croniche, dismorfia corporea e ansia sociale.

Come proteggersi ed evitare il looksmaxxing

Come scrive Serena Mazzini «TikTok, in questo schema, non è solo una vetrina per mostrare i propri progressi. È un acceleratore algoritmico di insicurezze, capace di intrappolare anche chi cerca semplicemente consigli innocui sul proprio aspetto.»

Un problema reale, concreto, soprattutto se ci dimentica che non si è solo un corpo, che la perfezione non esiste, che la bellezza è soggettiva e che nulla può essere idealizzato e standardizzato. Oltre al fatto che il benessere e la bellezza fisica dipendono anche da ciò che abbiamo dentro e da una cura a 360° che comprenda anche un sano equilibrio della nostra parte emotiva e psicologica.

Se da una parte, quindi, il looksmaxxing, è sintomo di un’epoca di svalutazione dell’essere e in cui l’identità maschile è sempre più valutata attraverso l’aspetto esteriore, dall’altra è auspicabile virare verso una forma di selfmaxxing, in cui si punta al miglioramento personale, che non si curi solo del corpo ma anche del benessere mentale, di una maggior consapevolezza emotiva e di relazioni sociali e affettive sane.

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