Da Rosso Malpelo a Vincent Van Gogh, le persone con i capelli rossi sono avvolti da sempre da mistero, fascino e, soprattutto, falsi miti. Il fotografo newyorkese Keith Barraclough li ritrae in un progetto fotografico molto particolare, nato nel febbraio 2013.
Il progetto mette in mostra la capacità di Keith di ritrarre in maniera autentica le personalità dei soggetti, a volte semplicemente attraverso un’emozione spontanea. Infatti, il fotografo pubblicitario fonda il suo processo creativo sul rapporto che si instaura tra fotografo e soggetto. Ritratti di personalità belle, vivaci e stravaganti, da non perdere.
“Questo progetto mi ha mostrato che ognuno di noi ha una storia da raccontare e che tutti sono fotogenici, che ci credano o no!” – ha dichiarato Keith.
Abbiamo intervistato Keith per chiedergli qualcosa in più sul suo progetto.
Qual è il significato del Redhead Project?
“Quando ho iniziato questo progetto sette anni fa, volevo realizzare ritratti di persone reali (non attori o modelli). Questo progetto è uno strumento attraverso il quale mostro ai miei clienti (agenzie pubblicitarie, riviste) che posso realizzare ritratti avvincenti. Nel complesso il progetto mette in mostra la mia capacità di catturare autenticamente le personalità delle persone dai capelli rossi, a volte semplicemente attraverso un’emozione del momento. Complessivamente creo ritratti di personalità irresistibili, belli, vivaci e stravaganti con i quali lo spettatore si immedesima. Da quando abbiamo iniziato abbiamo creato una grande community di red people (attraverso i social media) che amano vedersi come persone comuni e non soltanto come una persona con i capelli rossi.”
Pensi che ci sia una forma di discriminazione nei confronti delle persone con i capelli rossi, che probabilmente può anche dipendere dalla superstizione? (In Italia qualcuno dice spesso che le persone con i capelli rossi sono “i figli del diavolo”!)
“Penso che ci sia una certa discriminazione, ma molto meno che in passato. Termini come “i capelli rossi rubano la tua anima” o “non hanno anima”. Altri miti: le teste rosse hanno tempie infuocate. E uno dei più strani che abbia mai sentito: il sangue di un uomo dai capelli rossi crea vernice dorata. In alcuni paesi il termine “ginger” può essere dispregiativo. Dal momento che non ci sono molte persone dai capelli rossi nel mondo (circa il 2%) vengono prese in giro, specialmente quando sono molto giovani. Tutto dipende dalle persone che prendono in giro o ridicolizzano chi non gli assomiglia, chi è diverso.”
Hai qualche progetto simile a cui stai lavorando?
“Non adesso. Il Redhead Project ci tiene molto impegnati. Kate, mia moglie e socio in affari, gestisce il progetto. Risponde a tutte le e-mail che riceviamo da persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo e organizza tutti gli scatti. Si sta trasformando in un lavoro a tempo pieno.”
Come scegli le persone per le tue foto?
“Non facciamo pubblicità, quindi tutte le persone vengono da noi lo fanno attraverso i social media o riferimenti personali. Ogni persona che vuole partecipare deve essere rossa “naturale”. Possono avere qualsiasi età o etnia. Vogliamo fotografare chiunque sia interessato a partecipare. Ci inviano un’istantanea con una descrizione delle loro personalità e dei loro interessi e un esempio di come vorrebbero essere rappresentati. Collaboriamo e confrontiamo le idee, pianificando insieme l’aspetto del servizio fotografico.”
Cosa vuoi dire con questo progetto?
“Questo progetto mi ha mostrato che ognuno di noi ha una storia da raccontare e che tutti sono fotogenici, che ci credano o no. Avere una persona dai capelli rossi che mostra chi è attraverso semplici oggetti di scena, li rafforza. Vogliono tutti far parte del progetto per mostrare agli altri che c’è molto di più dietro quella “chioma rossa”. Amano guardare le foto e ciò li rende orgogliosi di se stessi. I fotografi adorano avere un progetto o una serie di scatti da mostrare a un pubblicitario o art director. Il progetto Redhead mi ha garantito un portfolio che posso mostrare a tantissimi clienti. Adoro quando mi dicono “So cosa per cosa posso assumerti”.
Potete seguire i suoi account social su Facebook e Instagram.
The Redhead Project
Amanda è pronta per “andare in guerra”, perché è una vera moglie di un militare. Il progetto Redhead mette in evidenza i suoi bellissimi capelli rossi, ma prima di ogni cosa la sua personalità, l’essere donna e moglie di un uomo che lavora nell’esercito.
The Redhead Project
Auguste ha iniziato a prendere lezioni di piano all’età di 3 anni. In foto indossa una giacca da direttore d’orchestra, perché è un profondo appassionato di musica classica.
The Redhead Project
Gemma adora l’idea di essere un supereroe, ma anche il rosa e gli abiti che volteggiano.
The Redhead Project
Il costume da coniglio di Liam è un omaggio ad uno dei suoi film preferiti “A Christmas Story – Una storia di Natale”.
The Redhead Project
Dara è un attrice professionista, che ama cantare e ballare. L’abito, le perle, lo champagne e il rossetto sono tutti elementi fondamentali, che contribuiscono tutti a costruire il suo “personaggio” quando è in scena.
The Redhead Project
Bella ha, in foto, un abito che indossava a un concorso di bellezza, che ha naturalmente vinto. I concorsi di bellezza hanno fatto parte di tutta la sua adolescenza, e sono stati molto importanti per lei, così come i rettili. Ha allevato, infatti, diversi gechi.
The Redhead Project
Gabrielle si innamorò del volo quando era soltanto una bambina e abitava nei pressi di un base aerea. Ora studia per laurearsi in Ingegneria Elettrice e ha in programma di prendere la patente.
The Redhead Project
Camille, dopo la chemioterapia, aveva paura che i suoi capelli rossi non ricrescessero più.
The Redhead Project
Un vero supereroe non si arrende mai, proprio come Henry.
The Redhead Project
Patrick, attore e filmmaker, una volta amava fare kilts.
- Le interviste di RDD
Cosa ne pensi?