Emily Ratajkowski: cosa significa essere vittima della propria immagine
Cosa significa essere vittime della propria immagine? Lo spiega la supermodella Emily Ratajkowski, in un memoir che sta preparando.
Cosa significa essere vittime della propria immagine? Lo spiega la supermodella Emily Ratajkowski, in un memoir che sta preparando.
Essere una supermodella e un’attrice di fama mondiale, considerata sogno erotico per eccellenza da milioni di uomini in tutto il mondo e ammirata dalle donne evidentemente non sempre basta.
Parola di Emily Ratajkowski, che, smessi i (pochi) panni della bomba sexy che non disdegna di postare sul suo seguitissimo account Instagram foto in versione adamitica, indossa quelli di autrice per scrivere un memoir nel quale intende raccontare cosa significhi essere vittime della bellezza.
L’intento è tutt’altro che banale, anzi porta alla luce quella che, a tutti gli effetti, è una manifestazione evidente del sessismo pregnante che ancora condiziona la società; quello che, per intenderci, vorrebbe definire tutte le donne solo in base all’estetica e sminuirle o valorizzarle a seconda del “grado di bellezza”.
Parlando con GQ, la modella e attrice americana ha spiegato che intende utilizzare la propria esperienza personale per far comprendere quanto l’usare la bellezza a proprio vantaggio possa rivelarsi, alla lunga, anche un’arma a doppio taglio, che potrebbe finire col farne diventare vittime e non riuscire quindi più a uscire da quel circolo vizioso per cui si è associate solo alla propria immagine.
Penso che, per me, il modo in cui uso la mia immagine come modella, e ne tragga vantaggio, sia stato molto legato alla sopravvivenza, piuttosto che alla rappresentazione di ciò che sono – ha detto – Essere una modella è stata un modo straordinario per fare soldi e guadagnare stabilità; la fama arrivò con quello e la trovai una cosa bizzarra. La fama non era qualcosa che mi aspettavo o volevo davvero – anche se in fondo probabilmente ogni ragazza di 20 anni sogna di diventare famosa.
La modella statunitense è diventata famosa nel 2013 dopo essere comparsa, in topless, nel video musicale di Robin Thicke di Blurred Lines, ma ha spiegato che non si sarebbe mai aspettata un simile successo, e anche di essere stata a sua volta condizionata dalla visione misogina inculcata da cultura e stereotipi sociali.
Hai letto il libro di memorie di Demi Moore? Mi sono resa conto di aver fatto delle ipotesi anche su di lei. L’ho sicuramente ‘cancellata un po’ ‘, come attrice, perché era così sexy, perché aveva quel corpo. Questo dimostra quanto sia profonda la misoginia interiorizzata.
Sfogliate la gallery per leggere altre dichiarazioni di Emily.
La gente dice: “Non puoi fare tutte queste cose”. Mi ha insegnato molto sul sessismo e la misoginia nel mondo, perché si ha l’idea che una donna che si presenta in un certo modo non possa parlare di politica o leggere libri? Ridicolo. Ricordo in un’intervista rilasciata anni fa, avevo detto che mi piaceva leggere e nel pezzo il giornalista ha spiegato come, tornato a casa, la sua ragazza gli avesse detto: “Pensi che abbia davvero letto tutti quei libri?” Voglio dire, è sessista!
Penso che invecchiando, soprattutto come donna, si sviluppi un senso di sé che aiuta. Ma capire chi sei, cosa vuoi fare e cosa vuoi dare al mondo è qualcosa che di solito le persone riescono a fare nella privacy dei loro vent’anni – ma quel processo non è stato privato per me. Ma va bene. Mi sento davvero bene per il fatto che tutto ciò che ho condiviso è stato selezionato. Quello che vedi online non è tutta la mia vita. Penso che a volte la gente pensi di sapere tutto di me. “Oh, sappiamo tutto del tuo cane …” o “Vediamo tuo marito …” Ma non è proprio quello che sono. Sono orgogliosa per il fatto di essermi protetta e aver capito solo privatamente chi sono.
Il 23 febbraio 2018 Emily ha annunciato di essersi sposata in segreto con il produttore e attore cinematografico Sebastian Bear-McClard. A GQ ha detto come sta andando la quarantena in coppia:
È stato interessante essere in quarantena e sposata. Sento che molte persone finiranno per divorziare. Ma io e mio marito abbiamo una buona collaborazione. E penso di aver imparato molto su me stessa dopo essermi sposata, di sicuro.
Nel momento in cui cominciamo a dare troppa importanza ai social è come se ci nascondessimo in una realtà falsata e rischiamo di perdere noi stesse e quello che ci rende speciali – ha detto a Grazia – Certo, sono consapevole dell’impatto che hanno i miei post e che le persone mi apprezzano anche e soprattutto per quello che vedono nei mei profili. Ma io non sono solo quell’immagine.
Ci sono giorni in cui sono stanca e non mi sento assolutamente bella o attraente: quelli sono i momenti che non condivido. Credo sia importante che passi il messaggio che la mia vita reale non è sui social. Nella quotidianità, come ogni donna, non devo costantemente preoccuparmi di che cosa indossare o di truccarmi prima di uscire. Su Instagram lo faccio perché lì sono un personaggio, ma ho molto chiari i confini di questo gioco.
Credo che i movimenti antimolestie #MeToo e #TimesUp siano fondamentali. Penso spesso alle donne che mi hanno preceduta all’interno dell’industria cinematografica e che sono state costrette a restare in silenzio per anni. Non c’era giustizia per le azioni orribili, estremamente offensive, intimidatorie di cui sono state vittime e questo mi rattrista molto, oltre che suscitarmi un senso di rabbia e ribellione. Ma soprattutto non dobbiamo pensare che una volta scoperchiato questo vaso di Pandora, sia tutto risolto.
Emily ha esordito nel mondo della moda appena quattordicenne, spronata dal padre, l’artista John David Ratajkowski. Poco più tardi iniziò a fare delle audizioni per alcune produzioni Disney e per la serie televisiva di Nickelodeon iCarly, venendo scelta solo per le parti della ragazza estremamente bella o molto cattiva.
Dopo aver preso parte al video di Robin Thicke che la lanciò, nell’ottobre del 2013 fu nominata donna dell’anno dalla rivista Esquire, vincendo contro Jennifer Lawrence con il 64,6% dei voti. Ad aprile del 2014, FHM la classificò come quarta donna più sexy del mondo. Il debutto nel cinema avvenne nello stesso anno in L’amore bugiardo, di David Fincher, con Ben Affleck e Rosamund Pike.
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