Belle di Faccia: "6 cose da non dire a una donna con un corpo grasso"

Uso l’aggettivo grasso di proposito.

Perché la grassofobia passa anche per il lessico: equamente distribuita tra il timore di pronunciare un aggettivo ostracizzato e la necessità di trovare sinonimo reali o eufemistici, che spesso scongiurano la schiettezza della nostra lingua con l’inglese (al di là dei “soft word”, curvy, plus size, il corrispettivo più fedele fat – grasso appunto -, per esempio, di fat acceptance).

Così come la presenza di una spada in una stanza non basta per ferirsi, anche le parole non sono di per sé contundenti: fanno male se le si usa per fare male. E in questa sede, useremo, l’aggettivo grasso, al contrario, per non nasconderci dietro al dito, liberare le persone con un corpo reputato fuori dallo standard e parlare senza finti perbenismi, censure od omissioni di body positive e di alcuni temi rispetto ai quali c’è ancora tanta confusione, anche da parte di molte persone che pensano di non avere atteggiamenti discriminatori.

Per farli ci siamo affidati a Chiara e Mara di Belle di Faccia, bellissimo progetto social che fa chiarezza su temi quali fat shaming, fat acceptance e body positivity.

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Un tema delicato come questo, va da sé, non può essere esaurito in pochi minuti, ma intanto abbiamo rivolto loro 6 affermazioni/domande che non andrebbero mai rivolte a una persona con un corpo grasso, per farsi spiegare perché spesso sono false, errate e, soprattutto, offensive:

• Ma è impossibile che tu ti piaccia così?
• Ma se non ti piaci, perché non dimagrisci?
• Ma la body positivity promuove l’obesità?
• Sì, ma la salute?
• Ma come si dovrebbe vestire una persona grassa?
• Thin shaming e fat shaming sono la stessa cosa?