La vita da modella non è facile. Può essere affascinante a guardarla dalle copertine delle riviste patinate, ma presenta delle criticità che non possono essere sottovalutate. Dietro lustrini e paillettes, belletto e profumo, possono esserci ostacoli, sfruttamento economico, body shaming, disturbi alimentari e molestie sessuali. Molti di noi invidiano la vita da modella perché ignoriamo certe dinamiche, che sono state raccontate egregiamente da Leanne Maskell.
Come molti di noi – scrive la mannequin sull’Independent – sono cresciuta in un mondo che venera le modelle. È una carriera che è spesso ritratta come una fiaba – uno scout ti scopre mentre sei una goffa adolescente e ti fa diventare una dea, che onora passerelle e pagine di riviste patinate.
Ma come qualcuno che ha avuto questa precisa esperienza, posso dirvi che è tutto fumo e niente arrosto. Dietro la facciata della bellezza e del lusso, mi sono ritrovata in un lavoro con nessuna possibilità di carriera, sentendomi sfruttata da ogni parte a avendo a che fare con problemi mentali che sono sorti di conseguenza.
No, non solo non è tutto rose e fiori, ci sono quindi problemi molto gravosi da affrontare quando si conduce una vita da modella. Naturalmente c’è anche chi ce la fa e diventa una top model, ma raramente scopriamo cosa queste persone hanno affrontato durante la gavetta o anche successivamente.
Tutti pensiamo che sia facile e siamo pronti a giudicare. Leanne Maskell ha raccontato nel suo intervento i tanti modi in cui ha perso denaro, è stata umiliata o trattata come un oggetto. Ne abbiamo tradotto le parti salienti perché questo è uno di quei casi in cui vale la pena mettersi nei panni di ciò che rarissimamente potremmo conoscere.
Sfogliamo insieme la gallery per conoscere meglio questo lato del mondo della moda.
Una questione di diritti
Ho iniziato a fare la modella all’età di 13 anni, quando mia mamma ha mandato una mia foto a un’agenzia locale. […] Una delle cose che nessuno ti dice è che spesso, come modella, non si ha molto controllo sui propri contratti o anche sulle esperienze al lavoro.
Le modelle sono spesso viste come oggetti da affittare per la giornata e in queste condizioni questo ci porta a dimenticare che abbiamo dei diritti.
Sotto pressione
Il solo potere che si ha, da modella, è scegliere un’agenzia. Ma non c’è una vera guida o un sistema di controllo qualità ufficiale nell’industria, rendendo difficile conoscere quando si sta facendo la scelta giusta.
Per fare un esempio, io scelsi un’agenzia prestigiosa, ma ben presto mi trovai a essere mandata a provini non retribuiti, che più tardi scoprii mi erano stati addebitati – 400 sterline per volta. Avevo avuto esperienze con grossi brand […] ma anche così mi sentivo fortemente sotto pressione dall’agenzia.
I debiti
Dopo una settimana mi ritrovai in quasi 1000 sterline di debito, con nessun segno di un lavoro davvero pagato all’orizzonte. Stava impattando con la mia salute mentale, in un modo così terribile che stavo avendo continui attacchi di panico, e quando ho cercato di lasciar perdere sono stata minacciata di azione legale.
Il body shaming
Sono stata anche spesso umiliata ai casting e trattata come un oggetto al lavoro. Un cliente si è lamentato per due ore per la regolarità dell’altezza del mio sopracciglio. La maggior parte delle modelle che conosco ha anche ricevuto pressioni per perdere peso.
Fui scoperta da un’agenzia che mi disse di perdere tre pollici (7,6 centimetri) sui fianchi. Quando rifiutai scesero a 3 centimetri. Seguirono mesi in cui venivo misurata settimanalmente dall’agenzia e invitata per una «chiacchierata veloce». Era umiliante e degradante.
Non si può vincere
Tutti intorno a me sembravano pensare che doveva essere facile. Quando alla fine persi peso, mi chiesero di perdere altri 2 centimetri. A quel punto finalmente realizzai che niente sarebbe stato mai abbastanza.
Sfruttamento sessuale
Ho sofferto di disturbi alimentari per questo e ora soffro di una severa dismorfia. Ma mi hanno lasciata essere vulnerabile alle molestie sessuali e allo sfruttamento. È assolutamente normale che casting e servizi si svolgano in camere d’hotel, in cui possono metterci in posizioni non confortevoli.
A un casting ero sola in una camera d’hotel con un cliente, che mi chiese di spogliarmi. Non mi sentii a mio agio e quando rifiutai, mi fu detto che avrei potuto fare un viaggio da escort a Dubai, guadagnando migliaia di sterline per una giornata.
Nuda nella stanza di uno sconosciuto
In un altro servizio, me ne sono dovuta andare a metà perché mi sentivo incredibilmente sotto pressione a bere un drink e posare nuda nella camera da letto di uno sconosciuto.
L’umiliazione
Ricordo un servizio dove mi fu chiesto di sculacciare un’altra modella con una racchetta da ping pong, e di coprire la mia faccia con i capelli – quando mi rifiutai ed ero visibilmente sconvolta.
Finii per essere messa in una posizione sessuale dallo staff mentre piangevo per l’umiliazione. Non mi sentii di potermene andare per paura di sembrare non professionale – e non sono neppure stata pagata.
La speranza
Sento fortemente che, se le modelle fossero consapevoli dei loro diritti, potremmo assicurare che queste situazioni non accadono ad altre persone vulnerabili.
Cosa ne pensi?