In queste settimane, si è parlato molto e in tutto il mondo di Katelyn Oashi, la 21enne atleta della Ucla che è riuscita a realizzare una routine perfetta nel corpo libero: il video della sua performance è diventato ben presto virale, ma per questa giovane non è stato sempre così. Ha incontrato sul suo cammino tanti ostacoli, e non solo quelli che le atlete affrontano di solito per diventare d’alto livello. Katelyn è stata infatti spesso oggetto di body shaming.
Mi dissero – ha raccontato in un’intervista a Access – che sembrava avessi inghiottito un elefante o un maiale.
Katelyn Oashi ha spiegato come questa situazione sia stata vissuta da lei e dalle sue compagne di squadra nel tempo, fin da quando aveva 14 anni. E le ragazze finivano per fare dei giochi tossici, tipo fare a gara a chi ingerisse meno calorie, ma l’atleta si accorse ben presto che non mangiare si rifletteva negativamente sulla sua resa durante le gare, perché anche se ci si sente leggeri non si ha energie.
Così ha iniziato a lavorare con un nutrizionista e sulle proprie abitudini alimentari, arrivando a sviluppare un ottimo rapporto con il cibo. Oggi è un’atleta stimata e ammirata e questa è la miglior risposta per chi ieri la bullizzava perché ritenuta «troppo pesante» per la ginnastica artistica e nello specifico nel corpo libero. Ma Katelyn Oashi oggi fa anche di più: lei stessa è un grande modello per tutte le ragazze del mondo, e lo ribadisce nei suoi post su Instagram.
Forza e orgoglio
L’atleta ha pubblicato sulla sua pagina Instagram questo scatto, in cui però non figura, ma che esprime la summa della sua filosofia:
Stare coraggiosamente e potentemente di fronte a una fotocamera solo con mutande e reggiseno – scrive Katelyn – Solo pochi ammireranno il messaggio dietro a queste foto. Le donne che mostrano la pelle sfortunatamente sono vulnerabili al giudizio e all’oggettificazione, anche da parte di loro stesse. Oggi loro saranno ammirate solo per coraggio, forza, unicità e incredibile bellezza. Oggi mostrare la pelle equivale a potere e forza, combattere contro gli standard di bellezza… perché oggi li abbiamo frantumati.
Gli specchi
In un altro post Katelyn si focalizza sulle questioni relative alle immagini:
La maggioranza tra noi sa com’è guardare nello specchio e sentire di non essere abbastanza. Di non apprezzare l’immagine che guardiamo. Di avere ora accesso costante alle persone sui social media per paragonare noi stessi e sentire sempre di essere caduti da qualche parte. Ho creato queste foto per fermare tutto questo. Noi siamo abbastanza. Siamo belle e non abbiamo bisogno di commenti o di uno specchio per attestarlo. Così li abbiamo letteralmente frantumati, come i vostri standard di bellezza.
Sii il cambiamento, l'amore non ha etichette
Troppo spesso etichettiamo e giudichiamo la gente in base a cosa è invece di chi è. Troviamo dei modi di categorizzare praticamente tutto, quando non c’è nessuno che sia una sola cosa. Sii il cambiamento!
Le cose importanti
Cosa pensi sia necessario che venga prima… l’amore per se stessi o circondarsi di persone fantastiche? O forse queste cose vengono contemporaneamente? O forse non importa onestamente, perché ognuno è diverso.
A una mostra sul benessere mentale
Katalyn è stata a una mostra realizzando alcuni scatti delle istallazioni. Le sue riflessioni evidenziano come la strada per il recupero del benessere mentale – che poi era il tema della mostra – possa essere irregolare, anche perché gli altri possono ferirti.
La ricompensa
La ginnastica universitaria è la ricompensa che riceviamo dopo anni di abusi. È il momento della scoperta, della guarigione, dell’apprendimento, della crescita e del tempo della nostra vita.
Un sorriso contro le avversità
Quando la folla dice boo, dico yah.
Le lotte benefiche
Katelyn è anche impegnata nel sociale. Questo scatto è relativo a una campagna per la lotta contro il cancro.
La ricompensa
Katelyn ha pubblicato questa citazione della scrittrice Rita Mae Brown:
Penso che la ricompensa per la conformità sia di piacere a tutti tranne che a te stesso.
Il bilancio
Ricordando tutto ciò che mi ha portato dove sono oggi.
Cosa ne pensi?