Carmen Suya è un’artista spagnola, ha 25 anni ed è di Barcellona. Le sue illustrazioni riflettono scene di vita quotidiana del mondo femminile e mirano a normalizzare alcuni sentimenti o situazioni, come le mestruazioni o la tristezza.
L’abbiamo intervistata per chiederle qualcosa in più su come nascono i suoi lavori e qual è il suo obiettivo artistico.
Difatti, la maggior parte dei suoi disegni nasce con la voglia di collaborare alla creazione di un mondo in cui il genere, il colore della pelle o la taglia non contano. Ha cominciato a disegnare sin da quando era piccolissima e non riesce a concepire la vita senza questa forma di espressione, che per lei è sempre stata una necessità. Da un paio di anni la sua svolta professionale, ha deciso di vivere realizzando illustrazioni.
Il suo profilo Instagram è un vero e proprio manifesto di Empowerment, un processo di crescita e di emancipazione che l’ha coinvolta personalmente.
Per sapere qualcosa in più su di lei le abbiamo fatto alcune domande, a cui è stata felice di rispondere:
Come scegli i soggetti dei tuoi disegni?
Cerco sempre di scegliere temi che si colleghino a qualche sensazione o sentimento, ma mi piacciono soprattutto quelli che sono molto intimi o poco rappresentati, come la tristezza, la solitudine, la mancanza di motivazione. Mi piace che i miei disegni rappresentino scene molto comuni: come se qualcuno ci stesse guardando attraverso un piccolo buco, mi piace rappresentare scene di vita quotidiana, di intimità. Amo rappresentare la realtà “così com’è”, senza filtri. I personaggi dei miei disegni sono nudi, hanno la biancheria intima sporca di sangue, sono in pigiama. Voglio che chi guardi i miei disegni possa pensare: “anche io sono così quando esco dalla doccia o sono in bagno”.
Quale tema ti ispira di più? Empowerment femminile, femminismo, accettazione di sé, body positive?
Mi viene chiesto molto spesso e non so mai veramente come rispondere. Sono ispirata da tutto ciò che è collegato al nostro io interiore, ai nostri sentimenti più intimi e allo stesso tempo più naturali. Cerco di disegnare sempre personaggi diversi tra loro con l’obiettivo che sempre più persone si possano identificare con loro. Amo uscire dalla “normalità”, perché siamo stanchi di vedere un unico tipo di rappresentazione ovunque: pubblicità, social network, televisione, film, ecc. Quando scelgo i personaggi delle mie illustrazioni voglio rappresentare tutti i tipi di corpi, razze, generi, ecc. per comunicare che siamo tutti diversi ma altrettanto validi e meravigliosi e, soprattutto, che ci sentiamo tutti uguali, anche se fuori siamo diversi. Una delle principali motivazioni per fare quello che faccio è pensare a come i miei disegni possano aiutare gli altri in qualche modo, ad amare se stessi, ad accettare il proprio corpo, a sentirsi tranquilli o ad accettare che a volte possiamo sentirci tristi, o arrabbiati o scocciati e non fa nulla.
Femminismo radicale? No! Il femminismo non può che essere intersezionale
Perché parlare di femminismo radicale oggi è sbagliato, o meglio perché bisogna ripensare il femminismo, in termini di intersezionalità.
In che modo pensi di poter aiutare le donne, o le persone in generale, ad accettare se stesse attraverso i tuoi disegni?
Come dicevo, è proprio questo che mi motiva a farlo, penso che i miei disegni possano aiutare a rompere i pregiudizi, ad accettare che siamo tutti diversi, che ogni persona è unica e che questo è meraviglioso. In molti dei miei disegni quello che cerco di trasmettere è che la bellezza è ovunque, devi solo sapere come vederla e io cerco di dare quel punto di vista.
C’è un disegno che hai chiamato Resurrezione, perché? È un messaggio per le donne?
Bene, questo disegno è davvero un autoritratto. È venuto fuori in un momento in cui mi sentivo molto demotivata e in piena crisi personale e creativa durante il lockdown. Immagino che come tutti avessi sentito molta incertezza su tutto ciò che stava accadendo e tutte le mie paure sono venute fuori. Per combatterle ho deciso di applicare a me stessa il messaggio che cerco di trasmettere agli altri: un grido per rialzarsi più forte di prima dopo una caduta.
Che ne dici di “Eliminare i ricordi” … Ci sono ricordi che dobbiamo cancellare per vivere meglio?
“Deleting memories” è un disegno che nasce dalla sensazione che si ha dopo una brutta esperienza, sia essa personale, d’amore o di lavoro … Penso che tutti noi abbiamo sentito quel desiderio di cancellare tutti quei ricordi che ci hanno ferito per poter andare avanti. Questa illustrazione rappresenta quel desiderio, ma credo davvero che nella vita reale non si tratti di cancellare dei ricordi, ma di usarli come strumento per imparare dalle esperienze vissute. E andare avanti.
Ciao amico mio
Te lo darei, ma ne ho bisogno
Un’immagine molto forte chiamata “te lo darei, ma ne ho bisogno”. Carmen Suya, con una semplicità unica, fornisce un messaggio incredibile: il cuore, così come le parti intime, è un organo che non va maltrattato.
Resurrection
Deleting Memories
I complessi
Ogni corpo è diverso ed è unico proprio per questo. Carmen Suya sottolinea con forza che il corpo della donna è bello, anche con le sue imperfezioni. Nella didascalia della foto riporta: “L’altro giorno ho pensato a quanti momenti di felicità mi sono persa a causa dei complessi. Qualche anno fa ho deciso che non avrei sprecato una sola occasione, ho capito che il mio corpo è il mio tempio, e che merita amore, che grazie ad esso esisto, che ogni corpo è unico e che sono tutti belli. Non importa se hai le smagliature, se sei grasso o magro, se hai la cellulite, le lentiggini, se hai i brufoli, se hai una voglia, se hai il seno grande o piccolo, non importa la forma dei tuoi capezzoli. Qualunque sia il tuo corpo, ciò non dovrebbe impedirti di goderti la vita, perché ogni minuto che passi a giudicare te stesso è un minuto in cui perdi la felicità.”
Usa il tuo corpo
Nella didascalia di questa immagine Carmen lancia una domanda provocatoria: “Usi il tuo corpo solo come mezzo per ottenere approvazione? O sai che il tuo valore è molto più di tutto questo?”
Cosa ne pensi?