4 storie di braider, le "intrecciatrici di capelli" che fanno le trecce afro alle star

Ho iniziato a fare le trecce quando avevo circa sette anni, sulle mie bambole. Le altre ragazze tagliavano i capelli delle bambole, io imparavo come intrecciarle. Crescendo, vedevo persone con le trecce in TV, e amavo il loro aspetto. Sentivo che dovevo imparare. E l’ho fatto. Mia madre mi ha insegnato come fare le trecce sciolte, ma io ho imparato anche a fare le trecce francesi e le box braids.
Alle medie ho iniziato a fare i capelli ai miei amici. Quando avevo 17 anni, sono andata in un salone con una modella che portava le mie trecce e sono stata assunta subito. Sono completamente autodidatta; non ho mai frequentato una scuola per questo. So che potrei sembrare egocentrica, ma mi sento davvero brava in quello che faccio. Avere una licenza non cambierà questo. E ci sono così tanti stili diversi di intreccio, stili che puoi imparare solo da braider perché devi avere anni di pratica per ottenere tale bravura. Tuttavia, essere una braider comporta anche essere stigmatizzata. La gente suppone che tu faccia 200 o 300 dollaro a settimana. Non pensano che questa sia una vera e propria carriera, una cosa per cui ringrazio le mie antenate. Sono originaria di Puerto Rico, e la comunità di braiders è enorme lì. L’intreccio è stato intorno a me da sempre, e sono stata in grado di insegnarlo a me stessa, tanto che a volte penso di averlo fatto in una vita passata.

Quando avevo nove anni, mia madre era solita intrecciare i miei capelli con stili sorprendenti. Ma quando avevo circa 11 anni, rimase incinta e smise di farmi i capelli. Ero tipo, beh, non posso andare a scuola con dei capelli da pazza, quindi dovevo imparare. Tutti i bambini a scuola volevano avere capelli anonimi e le trecce non erano viste di buon occhio, ma mi facevano sempre sentire così bene. Inoltre sono stata davvero ispirato dal modo in cui mia madre mi faceva i capelli. Ho iniziato a intrecciare i miei capelli. A 11 anni! Mi sono accertata di aver perfezionato prima di tutto lo stile su me stessa, poi ho proseguito con i miei familiari e con i capelli della gente nelle vicinanze. Per 30 dollari circa.
Ho pensato che fosse un affare interessante, ma ho sempre fatto un altro lavoro secondario. Solo perché i miei genitori africani dicevano: ‘Studia legge o medicina!’. Ecco perché sono diventata assistente domiciliare a 18 anni, ma sono stata rapidamente licenziata. Ho pianto per circa cinque secondi, chiedendomi come avrei fatto i soldi, poi qualcosa è scattata nella mia mente e mi sono detta ‘Farai i capelli’. Ho iniziato a fare i capelli lavorando alacremente, con intreccio, trame, parrucche, onde.

Il fatto è che ero senzatetto e facevo le treccine fuori dalla casa di un amico. I miei genitori avevano deciso di trasferirsi in Wisconsin da New York quando avevo 17 anni, quindi ero da sola. Stavo in una casa che sembrava una trappola, ma dovevo andarmene perché era orribile. Voglio dire, era una casa trappola. Ho trovato una casa abbandonata nel Queens, l’ho ristrutturata e l’ho resa bella e tutta viola! L’ho chiamato Purple House, e la gente veniva lì per fare rap, bere un paio di bottiglie e uscire.

Un giorno, stavo guardando il video di Beyoncé ‘Party‘, e io ho fatto tipo, ‘Solange è a Brooklyn? E lei ha le trecce? E non è mai venuta da me ?! Sono la migliore!’. Questo è esattamente quello che ho detto. Ho deciso di farlo sapere all’universo, e due mesi dopo, mi ha chiamata per farsi i capelli. Inizialmente pensavo che l’e-mail fosse spam, ma il giorno dopo era tipo, ‘Ciao, sei interessata o no?’ Penso di avere avuto 21 anni. Da lì la mia attività è cresciuta. Ho fatto le trecce a Beyoncé e le trecce di Zoë Kravitz per il film Dope.

Mi sono trasferita dalla Purple House in un nuovo appartamento a Brooklyn. E due anni fa ho aperto Hair di Susy. Ora ho due dipendenti e siamo sempre in giro tra il negozio e i clienti famosi. Se una celebrità chiama, tipo ‘Yo, Susy, abbiamo bisogno di te!” Prendo la mia borsa, raduno l’equipaggio, e arriviamo!

Non ricordo nemmeno un momento specifico in cui ho imparato a intrecciare, ricordo solo l’intreccio. Ricordo di aver intrecciato i capelli degli amici alle superiori, ma sono sicura di aver cominciato molto prima. Quando ero al college, facevo la braider per fare soldi extra. Poi, quando stavo prendendo il mio master in sanità pubblica alla Saint Louis University, ho deciso di ottenere la certificazione in Sisterlocks. È un intreccio intricato dei capelli per creare ciocche così piccole e strette da non rompersi. È una tecnica specifica insegnata dalla dottoressa JoAnne Cornwell in California. Ha rivoluzionato l’industria dei capelli mettendo un vero e proprio marchio su questa acconciatura.
Dopo essermi laureata, non ho ottenuto il lavoro che volevo, e ho deciso di fare i capelli a tempo pieno. Ho iniziato nel seminterrato di casa mia. Poi sono passata a una dependace che abbiamo costruito sul retro della casa. Poi l’anno scorso, ho comprato l’edificio stesso! Abbiamo 10 parrucchieri.

Ma quello che sto facendo è fondamentalmente contro la legge. Non ho la licenza di cosmetologia. Ho scelto di fare i capelli comunque perché sento che è quello che dovevo fare, e sono protetta perché sono attualmente in causa [che è stata presentata dall’Istituto per la giustizia ndr.]. Molte braiders non hanno il desiderio – o il denaro – per andare alla scuola di cosmetologia. Vogliono solo intrecciare e fare altre cose con i capelli che non si imparano a scuola.
Voglio essere una voce per le donne che non ce l’hanno, in modo che possano uscire da casa e lavorare in un ambiente professionale. Non avrei problemi ad avere una licenza di cosmetologia se insegnassero ciò che devo sapere. Ma a scuola ti diranno che non insegnano l’intrecciatura. Non ho intenzione di imparare qualcosa di cui non ho bisogno.
Molte donne africane fanno le braiders in questo paese. Hanno una barriera linguistica, ma questo è un modo in cui possono prendersi cura delle loro famiglie. E sono cresciute intrecciando capelli. Come io non ricordo quando ho imparato, lo stesso vale per loro. Sedevano accanto alla mamma mentre lei si intrecciava, e hanno imparato. Dico sempre loro, ‘Sto facendo questo per te’.

L’intreccio è nel mio DNA. La mia nonna materna, Ruth P. Harris, è stata la mia musa e una cosmetologa. Il mio nonno paterno, King Harvey Sr. – lui e il padre di Steve Harvey erano fratelli – era un barbiere. Inoltre, io sono all’86% dell’Africa occidentale, principalmente ghanese e nigeriana.
Quando ero piccola, guardavo mia madre con grande interesse, mentre intrecciava i capelli di mia sorella minore. Mia madre ha notato il mio interesse e mi ha preso una testa di manichino. All’età di sette anni, andavo nella mia stanza e facevo pratica. E imparavo velocemente. A otto anni, ho iniziato a modellare i miei capelli. A nove acconciavo i capelli delle persone di famiglia e di amici.

Ricordo quel manichino e le treccine nella mia stanza. Mi sentivo così tanto in pace. È ‘hairapy’ – non è solo ‘fare i capelli’. Il mio salone è praticamente attaccato a casa mia. Quando le mie clienti vengono, do loro da mangiare, ascoltiamo la musica, brucio incenso. Voglio che le persone si liberino e abbiano un’esperienza woosah [rilassante, ndr.]. La bellezza è dolore? No, no, no. La bellezza dovrebbe essere siggghh. Le mie clienti si addormentano sulla sedia. Per alcuni intrecci, mi occorrono nove ore.

Ho affinato il mio mestiere per 43 anni, ma ho finito per andare a scuola per avere la mia licenza di cosmetologia a 37 anni. Sono fortemente contraria alla deregolamentazione. La scuola di cosmetologia ti insegna cose sulla scienza dei capelli e sui servizi igienico-sanitari. Se non si dispone delle basi per una corretta cura dei capelli, comprese le pratiche di sicurezza, non è possibile esercitarli nel proprio salone.
Sono orgogliosa dell’eredità che ho creato per la mia famiglia. Sono nel Museo Nazionale Smithsonian di African American History & Culture. Sono stata fotografata nel libro di Pamela Ferrell, Where Beauty Touches Me: Natural Hair Care and Beauty, e i miei nodi di diamanti sono presenti in un numero di Essence. Entrambi sono esposti al muse. Non vedo l’ora di visitarlo con mia madre in modo che lei possa capire cosa mi ha trasmesso: ‘Guarda, mamma! Guardaci’.