Cosa ci dicono i peli delle donne (e degli uomini) al cinema

Donne con intimo sempre da urlo, per non parlare della loro forma fisica, dell’abbigliamento e della piega dei capelli. Uomini adoni dai corpi scultorei, completamente glabri su petto e schiena, volto liscio, denti bianchissimi, mani grandi, curatissime e accoglienti... Ma quando mai?!

La perfezione, si sa, non è di questo mondo. Per quanto cerchiamo di mantenere sempre uno status di ordine e di cura personale di un certo livello, spesso e volentieri siamo sopraffatti dai mille impegni della quotidianità che ci portano a essere ben lontani da quella forma impeccabile che, ad esempio, cerchiamo di sfoggiare a un primo appuntamento o durante il periodo iniziale di una relazione.

Per noi donne questo si traduce nell’essere sempre depilate o nell’indossare un intimo coordinato e, se aspiriamo a una quadratura del cerchio, nell’avere capelli in perfetto ordine. Se da un lato il nuovo porta con sé una maggiore attenzione verso noi stesse che ci fa sentire belle, desiderabili e perché no anche meglio con noi stesse, trovo che sia piuttosto complicato mantenere tali standard elevati nella routine di tutti i giorni, specie se non ci appartengono per natura e sono indotti da “eventi speciali”.

Parlo per me stessa chiaramente e vi posso assicurare che, a eccezione della biancheria intima coordinata almeno nei colori in virtù del vecchio mantra materno “non si può mai sapere, dovesse succedere qualcosa” – vi assicuro che mamma non si riferiva, ahimè, a incontri amorosi improvvisi e folgoranti – è difficile mantenere regolari depilazione, piega, tinta, creme e belletti vari. Non per incuria, spesso per mancanza di tempo e per il sopraggiungere di una sorta di pigrizia che, francamente, mi demotiva a spendere i weekend all’interno di un salone di bellezza o dentro il bagno se si opta per soluzioni casalinghe e home-made. 

Lo stesso vale anche per gli uomini: impeccabili, rasati, profumatissimi all’inizio per poi scemare a poco a poco e adeguarsi ai ritmi di una normalità che spesso e volentieri è furente anche per loro.

Tutta questa premessa perché cinema e industria mediatica in generale ci deviano e ci mostrano un’iconografia del corpo e dell’estetica in senso più ampio, femminile e maschile, spesso e volentieri ben lontana dalla realtà dei fatti che, come descritto sopra, per esperienza personale è molto complicato definire normalità.

Se è vero che la Settima Arte nel corso del tempo ha avuto il grande, immenso merito di sdoganare il concetto del corpo nella sua interezza e di farlo gustare al proprio pubblico tramite gli occhi, l’udito e, in alcuni casi – quelli meglio riusciti – anche attraverso l’attivazione dell’olfatto che immagina e ricrea odori, è altrettanto veritiero che da un certo punto in poi tale immagine si è molto discostata dalla realtà, volando su paradigmi di perfezione quasi irreali e di difficile riproduzione nella quotidianità di tutti i giorni.

Di fatto è come se avesse imposto dei canoni estetici plastici, standardizzati, in una parola finti, verso i quali è di gran lunga più complicato riconoscersi o farli diventare modelli aspirazionali da emulare.

Fateci caso: le donne sono sempre perfettamente depilate, il loro trucco non conosce una sbavatura nemmeno dopo nottate intere (e irrealistiche) di sesso sfrenato. Il loro intimo è sempre da urlo, per non parlare della loro forma fisica, dell’abbigliamento e della piega dei capelli. Lo stesso vale per gli uomini: adoni dai corpi scultorei, completamente glabri su petto e schiena, volto liscio, denti bianchissimi, mani grandi, curatissime e accoglienti.

Ma quando mai, tutto ciò? Nella vita di tutti giorni, siamo più abituate a stringerci intorno a certe rotondità della pancia o ad accarezzare il pelo sul petto; di contro ci lasciamo lisciare gambe o braccia senza temere l’effetto ispido della ricrescita e ce ne stiamo stese sul divano con calzettoni, plaid e felpone… altro che lingerie in pizzo e correlati vari che accendono fantasie inarrivabili. Tutto questo è piuttosto difficile vederlo sul grande schermo salve rare eccezioni o situazioni in cui la reale rappresentazione della nostra estetica diventa uno spunto comico o macchiettistico come alcuni esempi riportati nella gallery di sotto.

Il percorso storico dei peli nel cinema

I peli sono stati considerati in maniera diversa in base alle epoche e alla cultura dominante – e quindi anche in base anche al Paese. Per questo, per parlare di peluria nel cinema, per facilità lo confineremo alla cultura occidentale o occidentalizzata, altrimenti il discorso sarebbe davvero troppo ampio.

Solitamente nelle pellicole girate prima del 1968 in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia – per citare le nazioni più celebri per la loro industria cinematografica – hanno ritratto le donne con i peli sotto le ascelle e sul pube. In questo periodo è incluso non solo il cinema mainstream ma anche il porno, compresi gli snuff movie, perfino quelli girati durante il nazismo. E naturalmente, quando le attrici oggi interpretano un personaggio pre-sessantotto, i peli compaiono anche su di loro. In quel periodo non depilarsi non era considerato sconveniente.

Dal 1968, con l’avanzare di modelli femminili androgini e glabri, inizia a farsi strada l’idea della depilazione diffusa anche nel cinema. Non sempre, non su larga scala, tanto che lo sfoggio dei peli diventa una vera e propria scelta di campo: considerati erotici dalle veterofemministe, pelurie ascellari e pubiche abbondano nelle pellicole a tema erotico, anche in quelli che in Italia vengono chiamati ironicamente «film di chiappa e spada».

Nel cinema americano degli anni ’80 la depilazione diventa invece massiva – complice la diffusione dell’aerobica prima e dello spinning poi. Con queste discipline, la ceretta brasiliana diventa quasi una necessità igienica e i film – che ritraggono lo specchio del proprio tempo – non la trascurano, fino a farla diventare l’unico canone estetico possibile. In Italia il discorso è diverso: noi arriviamo sempre in ritardo sui cambiamenti culturali e per sentire parlare di depilazione brasiliana dobbiamo attendere Sex & the City e il momento in cui Carrie fa un esperimento per poi attendere con ansia che i suoi peli pubici ricrescano.

Nel cinema e nella televisione degli ultimi venti anni, i peli sono diventati simbolici, quasi una dimostrazione politica. Campeggiano sotto le ascelle delle femministe ritratte sul grande schermo, vogliono sottolineare la caratterizzazione di un personaggio controverso oppure semplicemente anticonformista rispetto ai canoni estetici dominanti. Il trend è cambiato quindi: non c’è una sola strada, ma tante. E i peli sono diventati qualcosa molto importante nell’immagine che si decide di ritrarre.

Se volete qualche esempio di come la bellezza e i corpi siano stati ritratti al cinema sfogliate la gallery:

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