Maya è una ragazza come tante e come molte, nel periodo invernale vuoi per mantenere il calore, vuoi per pigrizia o per altri magici eventi inspiegabili, trascura costantemente la depilazione delle gambe.
Così si ritrova un venerdì sera alle soglie della primavera ad ispezionarsi maniacalmente la cellulite allo specchio e non può fare a meno di notare che lungo tutta la superficie della sua p0co invidiabile gamba da ballerina del tutto mancata, fanno capolino come un prato d’erba incolto i suoi simpaticissimi amici: i peli.
La prima espressione è quella di incredulità seguita dalla riproduzione fedele della mimica facciale del noto quadro “L’urlo di Munch”.

Frettolosamente afferra una pinzetta e comincia ad estirpare a caso i peli ma rendendosi conto dell’immane quantità su di lei riposta, depone “le armi” e fissa perplessa il numero in rubrica con su scritto “Rosita-estetista”.
Solo al suono della sua squillante voce, Maya salta dalla sedia; poi con voce fioca fissa l’appuntamento per il pomeriggio seguente.
Nella sala d’aspetto donne con baffi da far invidia a Dartagnan et simili disquisiscono sull’efficacia di questo e quel trattamento mentre Maya sfoglia rumorosamente una rivista rimpinzata di donne stra bellissime ma vistosamente ritoccate con Photoshop; un sorriso malefico le colora il viso facendola sentire meglio.

Quando arriva il suo turno impacciatamente e con lo sguardo inchiodato sul pavimento si dirige verso “lo stanzino delle torture”.
Così dopo aver sopportato per mezz’ora cera bollente, chiacchiere e gossip, intervallati da strappi in luoghi che voi umani non avete mai visto, si guarda incuriosita allo specchio.
Certo, le gambe sono un po’ arrossate ma…cavolo se sono lisce…
Così saltellando allegramente per il centro estetico, Maya si dirige verso l’uscita immaginando l’espressione compiaciuta del suo amato Davide quando si accorgerà che finalmente ha abbandonato le vesti da australopiteco per riprendere sembianze umane…

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