Dopo 23 lunghi anni di manifestazioni, pressioni sull’opinioni pubblica e sulle istituzioni oggi entra finalmente in vigore in tutta Europa il divieto assolutato di vendita di cosmetici con ingredienti testati su animali in qualsiasi parte del mondo essi siano stati eseguiti.

C’era già stato un precedente divieto introdotto nel 2009 che proibiva i test su animali ma solo per i cometici finiti, ma comunque aveva lasciato la possibilità di effettuare ancora dei test potenzialmente letali per gli animali (come ad esempio sensibilizzazione cutanea, cancerogenicità e tossicità per uso ripetuto).

Ormai già in varie parti del mondo i test sugli animali condotti a fini estetici sono considerati eticamente inaccettabili. Negli USA, il National Institutes of Health Council ha approvato un decreto che richiede di interrompere le sperimentazioni sugli scimpanzè a fine di ricerca nei laboratori. Recentemente anche India ed Israele hanno vietato la vendita e l’importazione di prodotti cosmetici realizzati con test sugli animali.

Ma è davvero una vittoria?

Se da un lato è una cosa positiva perchè l’11 marzo 2013 era una data fissata ormai da qualche anno e che non è stata fatta slittare ulteriormente, dall’altro la sperimentazione nel settore cosmetico rapprenza meno del 2% della sperimentazione che viene effettuata sugli animali tutti i giorni e se pensiamo alla sperimentazione in campo farmaceutico, che è altrettanto inutile, dannosa e fuorviante, si può ben capire quanto questo divieto sia davvero una goccia nell’oceano.

Quindi è sbagliato pensare che da oggi la vivisezione scomparirà dalla faccia della terra, in quanto a livello di numeri si tratterà solo di una piccola differenza.

È comunque un risultato da festeggiare in quanto la decisione è stata presa dall’Europa tutta, ed è una conferma che la direzione intrapresa porterà con il tempo alla totale eliminazione della vivisezione sugli animali e che il lavoro si tutte le associazioni animaliste e dell’opinione pubblica, che si sta sensibilizzando a questo tema, sono sempre più prese in considerazione.

L’unica cosa che mi auguro è che non ci vogliano altri 23 anni per vedere un altro piccolo passo in favore dei nostri amici animali!

 

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